Tor Bella Monaca, e ok. San Basilio, e ci siamo. Aggiungiamo Tor Sapienza e Ponte di Nona e il gioco è fatto. Un “poker” arcinoto per i cittadini romani, in quanto si tratta di quattro fra i quartieri periferici della Capitale in maggiori difficoltà, tra degrado urbano e sociale. Il prefetto di Roma e capo della Polizia, Franco Gabrielli, le ha definite “problematiche”, nell’ambito della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie”. Eppure, al netto dei nomi (e delle nomee), la panoramica illustrata ha messo in risalto un calo piuttosto sensibile nel numero dei reati rispetto al 2015: circa il 15% in meno. “L’andamento della sicurezza rilevata – ha spiegato – conosce un segno marcatamente positivo. Su questo ha influito il capillare controllo del territorio in coincidenza con l’anno santo ma si tratta anche di una tendenza strutturale”.
A ogni modo, i numeri, pur importanti, restano tali: la divergenza tra realtà statistica e realtà effettiva era, e continua a essere, decisamente marcata. In determinate zone della Capitale, soprattutto nelle aree in questione, è la stessa quotidianità a costituire un contesto dicotomico, bilanciato tra disagio evidente e sporadici tentativi di riqualificazione perpetrati, il più delle volte, da associazioni locali o cittadini. Ed è lo stesso prefetto a sottolineare tale differenza, sottolineando però come, a Tor Bella Monaca in particolare, “l’attività delle forze dell’ordine si è concentrata sulla disarticolazione dei gruppi dediti allo spaccio di stupefacenti. E’ stato inoltre dato un forte impulso all’attività investigativa per smantellare i sodalizi in lotta per il controllo delle piazze spaccio”.
L’attenzione sul grande quartiere del VI Municipio, si è mantenuta sempre piuttosto alta, essendo qui allestite “le piazze dello spaccio, ma anche le centrali da cui viene smistata la droga verso le zone della movida”. Un quadro critico il quale, direttamente o indirettamente, favorisce il manifestarsi di fenomeni negativi, quali la crescita della delinquenza minorile: “Nel quartiere di Tor Bella Monaca – ha spiegato ancora Gabrielli – risiedono 40 mila persone e c’è una forte presenza di extracomunitari. Il basso livello dei servizi, si associa a un’alta presenza di pregiudicati, circa 300 dei quali appartengono anche a famiglie storiche della criminalità romana, in particolare nell’area delle Torri, dove in passato ci sono stati episodi di occupazione abusiva”.
Proprio sull’abusivismo, altra problematica storica delle periferie (e non solo) di Roma, si è poi soffermato il prefetto, evidenziando come “le invasioni degli edifici siano una presenza ricorrente nelle quattro periferie, ma anche in altre zone della città. Nel 2015, nel complesso di Corviale, le occupazioni erano 111, ad oggi sono 101″. Naturalmente, le condizioni strutturalmente fatiscenti e socialmente disagiate di alcuni quartieri della Capitale, costituiscono un argomento ricorrente. Al netto di questo, le varie amministrazioni avvicendatesi nel tempo hanno preso coscienza a fasi alterne delle istanze locali, contribuendo alla realizzazione di un quadro pressoché immutato nell’arco degli ultimi decenni. L’aumento delle condizioni di sicurezza statisticamente sussiste, ma di migliorie vere e proprie le tracce sono poche.
La chiosa conclusiva della conferenza ha toccato l’argomento terrorismo: “Vorrei trasmettere un messaggio, come dice il ministro dell’Interno, di sicurezza tranquilla. Ci deve essere la consapevolezza che il rischio c’è ma che ci sono degli apparati che stanno lavorando per questo, e i risultati ci dicono che funzionano: la gente deve continuare a vivere la propria vita”.