Già nel corso del mese di febbraio, l’ipotesi sfratto era stata ventilata, ovviamente in nome della ormai arcinota Delibera 140, di matrice “mariniana” e ripresa a ritmo serrato dal commissario Tronca, a cavallo fra le due giunte. Nel mirino, come sempre, il recupero di arretrati affittuari come previsto dal corpo della delibera, la quale mira al recupero degli stabili di proprietà comunale perlopiù utilizzati da centri socio-culturali. A finire nel mirino della mannaia, stavolta (in realtà già da qualche tempo) è il centro culturale, nonché asilo cosmopolita, “Celio Azzurro” il quale, il 21 febbraio, aveva ricevuto una raccomandata nella quale si richiedevano quasi 250 mila euro entro i successivi 30 giorni: ossia, 6 anni di affitto a quasi 6 mila euro al mese, con buona pace dei 1135 pagati fino a quel giorno con in canone calmierato.
“Stamattina (24 marzo, ndr) – scrive il responsabile e cofondatore del centro, Massimo Guidotti, in un comunicato apparso sui social – i Vigili urbani ci hanno consegnato a mano la determina dirigenziale emanata dall’assessorato al Patrimonio che ufficializza definitivamente lo sgombero di Celio Azzurro. Da oggi le forze dell’ordine sono autorizzate a mettere i sigilli”. Il 10 marzo scorso il centro culturale, assieme agli altri sottoposti al rischio di sgombero, aveva partecipato a un sit-in di protesta in Campidoglio, per ribadire ancora una volta il proprio dissenso all’applicazione di una delibera che, come più volte ribadito dalle realtà interessate, andrebbe a porre un freno alle attività culturali e sociali “dal basso” della città.
“Non abbiamo più parole, siamo stremati – prosegue il comunicato – ma continueremo con le energie che ci rimangono a combattere e a resistere. Faremo tutti i passi necessari per opporci a questo disumano accanimento”. Va ricordato che le attività del Celio Azzurro, il quale si trova proprio all’interno del Parco del Celio, s’incentrano soprattutto sui più giovani, proponendo una scuola per l’infanzia nata nel 1990 e pensata come luogo di accoglienza per bambini immigrati e italiani. Un’esperienza che, dopo 27 anni e più di mille bambini accolti, rischia seriamente di avviarsi al capolinea: “Bisognava distinguere tra chi svolge attività d’interesse pubblico e chi specula – aveva spiegato Guidotti durante la prima manifestazione di protesta contro lo sgombero -. Non si può applicare un criterio assoluto senza valutare le singole realtà”.