Capitale sommersa dai rifiuti, disputa Renzi-M5S. Il segretario dem: “La puliamo noi”

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Rifiuti: problema e fonte di discordia. Che la Capitale d’Italia sia, in molte zone, sommersa d’immondizia è un fatto noto. Che su tale disputa ci sia stata, oggi come in passato, una contesa gestionale fra le varie amministrazioni è altrettanto chiaro. E, tanto per restare sul pezzo, ecco che il neo-segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, ha prima comunicato a voce e poi twittato l’intenzione sua e dei membri dem di “mettere le magliette gialle e andare a pulire la città con il Pd romano”. Questo per dimostrare che “noi le cose le facciamo”. Ergo, domenica prossima potrebbe essere il “rifiuti day”, o meglio, il “pulizia day”. E il condizionale è d’obbligo perché, come specificato dall’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, è probabile che il segretario Pd troverà la città già pulita”. Parlando chiaramente, la situazione della Città eterna è giunta ormai a un livello critico, in particolare nelle periferie. Scenario urbano purtroppo comune, i cumuli di rifiuti sui quali, dopo lo svuotamento dei cassonetti, questi vengono poggiati, creando di fatto una montagna di scarti vari che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono terreno fertile per roditori grandi e piccoli.

Montanari: “Il governo dia i soldi”

Le maglie gialle non sono una scelta nuova: il colore è lo stesso indossato dal cosiddetto “popolo delle spugnette” di Milano che, qualche tempo fa, si mobilitò per ripulire i muri del capoluogo meneghino. Ora, nuovamente alla guida del Partito democratico, ecco che Renzi cerca di trasferire l’iniziativa sul territorio romano che, negli anni, la gestione del Pd l’ha conosciuta e l’ultima, in senso cronologico, sulla questione rifiuti trovò uno dei suoi punti critici. E, nondimeno, la risposta dell’amministrazione pentastellata della Capitale, affidata ancora all’assessore all’Ambiente, ha piccato su uno dei temi che, durante il governo Renzi, ha tenuto banco nel rapporto fra Palazzo Senatorio e Palazzo Chigi: “Sarebbe bene che il governo invece desse alla città le decine di milioni di euro che ancora le deve per sviluppare la raccolta differenziata”. La questione è sempre la stessa: per pulire (e non solo) Roma serve l’aiuto dello Stato.

L’eredità dei rifiuti

E sulla stessa lunghezza d’onda si attestano anche i capigruppo di Camera e Senato, Roberto Fico e Carlo Martelli che, allo stesso modo, bacchettano il segretario del Pd sui risultati della gestione capitolina di sinistra: “Renzi pensa di ripulire in un giorno 20 anni di malagestione dei rifiuti che il suo Pd e la destra hanno lasciato in eredità ai romani?”. Dopo un anno di amministrazione a 5 stelle, a ogni modo, lo scenario non è poi così diverso da quello ereditato 12 mesi fa, trascorso peraltro lo stesso periodo di tempo dalla copertura della differenziata su tutto il territorio di Roma (il V Municipio l’ultimo a essere raggiunto), arrivando addirittura a parlare di una presunta riapertura del sito di Malagrotta, chiuso durante la gestione Marino. Con una disputa sull’ecodistretto di Rocca Cencia tutt’altro che placata negli ultimi mesi. Perché, in fondo, è vero che i grillini la questione l’hanno ereditata (e il vicepresidente della Camera Di Maio non ha mancato di farlo notare a Renzi, specificando come abbia “la solita faccia tosta che non cambia mai: prima ci hanno lasciato una città in condizioni pietose e ora vogliono farci lo spot con la Ramazza”) ma è altrettanto vero che, allo stato attuale delle cose, un’intera città dà un’immagine di sé non proprio rosea, affondando in un mare di quella che, a tutti gli effetti, è roba indifferenziata. E, tutto sommato, nonostante lo scorrere dei mesi la questione resta la stessa: la città va pulita. Il come e, soprattutto, il quando, restano a quanto pare argomento di discussione.

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