L’amministrazione a cinque stelle della Capitale mette di nuovo nel mirino i campi rom, annunciando una programmazione che porterà, secondo quanto dichiarato, alla chiusura delle baraccopoli romane, a cominciare da La Barbuta (in zona Ciampino) e Monachina (nel Municipio XIII). Questo, almeno, quanto annunciato dalla giunta Raggi che stanzierà 3,8 milioni di euro per il superamento dei campi: “Possiamo annunciare in maniera molto netta che finalmente a Roma saranno superati i campi rom. Iniziamo chiaramente con due campi, La Barbuta e Monachina. Fermiamo la mangiatoia che per troppi anni c’è stata sui campi da parte della criminalità e di mafia capitale”. Le operazioni di smantellamento passeranno dall’approvazione della delibera di giunta presentata in Campidoglio.
Raggi: “In Italia fondi inutilizzati”
Il programma del Comune, in sostanza, si propone di procedere al progressivo accantonamento delle baracche attraverso un piano di ricollocazione che coinvolgerà solo gli aventi diritto in base a reddito e composizione familiare. Le persone rientranti in tali prerogative godranno di un sostegno per l’abitare e di un contributo per l’affitto per due anni. Il progetto si avvarrà dei contributi del fondo Ue, mentre si definirà contemporaneamente la pianificazione per la chiusura degli altri grandi assembramenti della Capitale, come spiegato ancora dalla sindaca: “Le linee guida per il superamento dei campi rom prevedono l’utilizzo di fondi europei: l’Italia ha avuto a disposizione dei fondi che non ha utilizzato continuando a spendere tra i 24 e i 30 milioni di euro annui per tenere in vita i campi. Nel frattempo negli altri verranno avviati dei progetti con i Municipi”.
Patto di responsabilità
Gran parte della partita per le famiglie coinvolte si giocherà sul cosiddetto “patto di responsabilità” che, come spiegato dall’assessore al Sociale, Laura Baldassarre “definisce diritti e doveri”, specie per quanto riguarda l’istruzione scolastica dal momento che anche il portare i figli nei rispettivi istituti farà parte del percorso di inclusione: “Sarà fondamentale garantire l’istruzione e la frequenza scolastica dove finora non c’è stato nessun risultato positivo, solo sperpero di risorse pubbliche senza alcun beneficio. Questo piano è dedicato alle sorelline morte a Roma perché non avvenga mai più”. Sostanzialmente, come precisato dalla sindaca, il percorso che il Comune intende costruire “poggia su 4 assi: scolarizzazione, occupazione, salute, abitazione. Sono previste per questo misure temporanee di sostegno alle persone Rom Sinti e Caminanti in condizioni di fragilità che accompagnino il processo di superamento dei campi”. Il tutto, ovviamente, passerà dalla sottoscrizione del Patto di responsabilità da parte di ogni famiglia coinvolta.
Restano però forti dubbi sugli insediamenti minori che sorgono in molte zone della Capitale, i quali non rientrano nel progetto ma, probabilmente, rientreranno in quello dell’emergenza abitativa.