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Bruciò il camper degli Halilovic, condannata a 20 anni

E'stata condannata a 20 anni di reclusione Lizabeta Vicola, la rom accusata di aver appiccato il fuoco al camper della famiglia Halilovic, uccidendo le tre giovanissime sorelle Elisabeth, Francesca e Angelica. A stabilirlo, al termine del processo svolto con rito abbreviato, è stato il gup Bernadette Nicotra, il quale ha accolto la richiesta della Procura che contesta alla donna il reato di omicidio plurimo e incendio doloso. Il rogo, avvenuto nella notte del 10 maggio 2017 nei pressi di Viale della Primavera (V Municipio d Roma), aveva in pochissimo tempo divorato il caravan, piegando le lamiere e impedendo alle tre giovani di uscire, come invece erano riusciti a fare i loro familiari. Una tragedia che aveva lasciato sotto choc la città di Roma che, la mattina seguente, si era trovata di fronte ai resti carbonizzati del camper, con le autorità che avevano immediatamente avviato la caccia agli autori di quello che, fin da subito, era apparso come un atto deliberato.

Faida tra famiglie

La vicenda ha visto coinvolti anche il cognato di Vicola, Serif Seferovic, attualmente sotto processo davanti alla Terza Corte d'Assise, e il fratello di questi, Andrea, il quale ha ottenuto, nell'udienza odierna, il patteggiamento a due anni di reclusione per aver incendiato, senza però provocare vittime, un altro camper appartenente alla famiglia Halilovic, cinque giorni prima del rogo mortale di Viale della Primavera. L'inchiesta svolta attorno alla terribile vicenda, aveva fatto emergere come possibili moventi delle rivalità familiari nell'ambito delle famiglie rom ma anche motivi economici. La caccia agli aggressori aveva coinvolto tutti i principali campi nomadi della capitale, specie quelli di Via Salviati e La Barbuta, gli ultimi due dove la famiglia bosniaca si era stabilita. Nella baraccopoli di Tor Sapienza, gli Halilovic avrebbero avuto dissapori con altre famiglie, forse in relazione alla vicenda della morte della studentessa cinese Zhang Yao.

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