L’idea era stata lanciata dal ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, il quale ha manifestato una certa preoccupazione per la mancanza di fondi adeguati a mantenere gli elevati costi di gestione. Per questo, appena una mese fa, si era ventilata l’ipotesi dell’introduzione di un biglietto d’ingresso al Pantheon, monumento simbolo dell’età augustea e convertito in chiesa cattolica all’inizio del VII secolo d.C., accedendo al rango di basilica minore e divenendo noto con il nome di Santa Maria ad Martyres. Un’ipotesi che, già allora, aveva riscontrato molti dubbi fra l’opinione pubblica, tra chi ne sosteneva la non fattibilità, trattandosi di un luogo di culto, e chi pensava che il consistente afflusso potesse in qualche modo contribuire, con questa soluzione, alle opere di manutenzione.
La questione ticket
A questo proposito, una nota del Vicariato di Roma ha precisato la posizione dello stesso in merito alla questione, ribadendo come, un anno fa, “il cardinale vicario Agostino Vallini ricevette una telefonata dal Ministro per i Beni culturali, On. Dario Franceschini, che, evidenziando la preoccupazione del governo per la mancanza di coperture rispetto ai costi della manutenzione del celebre monumento, proponeva l’introduzione di un biglietto per l’accesso”. Una soluzione che aveva incontrato la subitanea replica del Vicario del Santo Padre, il quale rispose che “il Pantheon è basilica cristiana (Santa Maria ad Martyres) aperta al culto e ha fatto presente che nella diocesi di Roma non è consentita l’introduzione di biglietti per l’accesso nelle chiese”.
“Costo esiguo e gratuità nelle celebrazioni”
Il comunicato prosegue, specificando come all’epoca, “di fronte alle considerazioni del Ministro, il cardinale Vallini ha preso atto dell’eccezionalità del Pantheon e ha posto due condizioni: la garanzia di un esiguo importo del biglietto (2 o al massimo 3 euro) e la gratuità degli ingressi durante l’esercizio delle attività di religione e di culto nella basilica”. In seguito, però, non ci sarebbero stati altri contatti fra Vicariato e Ministero, lasciando in stallo la questione: “Si attende pertanto – scrivono ancora dalla Diocesi – di definire congiuntamente la soluzione della questione nel contemperamento delle rispettive esigenze”.
“Nessuna spartizione”
Ma non solo. Dal Vicariato hanno altresì specificato come, proprio in virtù dell’assenza di ulteriori discussioni sulla questione, “sono dunque da ritenersi destituite di ogni fondamento le ricostruzioni giornalistiche che hanno ipotizzato una ‘spartizione’ degli incassi di un eventuale biglietto di accesso tra il Ministero dei Beni culturali e il Vicariato di Roma”. Questo perché, come rimarcato in conclusione dalla nota stampa, “tale ipotesi è assolutamente in contrasto con lo spirito di servizio che anima la missione della Chiesa”.