E’ ancora emergenza acqua nelle campagne romane. Dopo il caldo e la siccità ora a preoccupare contadini e abitanti è la presenza di arsenico nell’acqua. Infatti, come riportano diversi media locali, a seguito di un incendio che ha coinvolto l’impianto idrico del campo pozzi di Carano–Giannottola, in provincia di Latina, si è verificato un innalzamento del livello di arsenico sopra i limiti di legge. Ad essere coinvolti sono quattro comuni laziali compresi tra le province di Roma e Latina: Nettuno, Cisterna, Aprilia e le zone all’estrema periferia di Latina.
Acqua avvelenata
Il divieto di usare l’acqua arriva direttamente dai sindaci delle città coinvolte dopo aver appreso i risultati delle analisi dell’Asl. Come specificato nelle ordinanze sindacali, i cittadini di queste zone sono invitati a non bere l’acqua del rubinetto, né a utilizzarla per cucinare. Anche se il flusso d’acqua da sabato non è mai stato interrotto, la qualità ne ha risentito in maniera considerevole. Stando a quanto riportato dal gestore idrico Acqualatina, la presenza di arsenico è pari a circa 11-12 microgrammi/litro, contro il tetto di 10 posto dalla normativa Ue. La ditta, per far fronte all’emergenza, ha fornito un servizio di autobotti e sta lavorando a una soluzione provvisoria che permetterà di tornare alla normalità nel giro di una settimana. Tuttavia, sarà necessario sostituire gran parte dell’impianto, operazione che durerà all’incirca un mese.