Gli occhi del grande pubblico sono puntati sulla “Festa del Cinema” di Roma, in programma dal 13 al 23 ottobre. Giunta alla sua XI edizione, quella di quest’anno è curata dal direttore artistico Antonio Monda, al secondo anno di mandato. Un personaggio che funziona, a giudicare dal cartellone presentato. Sarà un’edizione “monstre” a cui non mancano star, film e soprattutto incontri ‘ravvicinati’. Tra i trentadue personaggi di livello, ci saranno: Benigni, Meryl Streep, Oliver Stone, David Mamet, Dom Delillo, Tom Hanks, Jovanotti, Bernardo Bertolucci, Werner Herzog, Paolo Conte, Elio e Le Storie Tese e agli artisti Gilbert & George. E se la Presidente della Fondazione Cinema per Roma Piera Detassis parla di “festa mobile e migrante che ama mescolare i generi” e con la mission “del coinvolgimento del pubblico”, Monda si affida alle parole ”discontinuità, varietà, qualità e internazionalità (ben 26 Paesi sono rappresentati)”.
Per l’Italia, infine, tra gli undici film nella selezione ufficiale: “7 minuti” di Michele Placido; “Maria per Roma” di Karen Di Porto; “Naples ’44” di Francesco Patierno e “Sole cuore amore” di Daniele Vicari. ”Tre film italiani su quattro parlano di perdita del lavoro” dice Monda. Sul fronte della selezione ci saranno 24 anteprime mondiali (il doppio dell’anno scorso). Sul fronte retrospettive ce ne sarà una sulla politica americana a ridosso delle elezioni presidenziali negli Usa. Sedici film da “Advise And Consent” di Otto Preminger a “Lincoln” di Steven Spielberg fino “A Milk” di Gus Van Sant. E ancora una retrospettiva su Tom Hanks che riceverà il premio alla carriera e farà un incontro con il pubblico e, infine, una su Valerio Zurlini.
Omaggi invece a Michael Cimino, scomparso lo scorso anno; Luigi Comencini, nel centenario della nascita e, tra le altre, a Gregory Peck con “Vacanze romane” proiettata in Piazza di Spagna in collaborazione con Associazione Via Condotti. In questa occasione alla Casa del Cinema ospiterà il documentario “A conversation with Gregoty Peck” di Barbara Kopple e un incontro con Cecilia e Anthony, figli dell’attore.
Il festival, che durerà quest’anno un giorno in più, avrà anche cinque pre-aperture da “American Pastoral” di Ewan McGregor, tratto dal capolavoro di Philip Roth a “Inferno” di Ron Howard e, infine, anche “In guerra per amore” di Pif. Tra i documentari da non perdere quello sui Rolling Stone, “Roling Sone olè olè” che segue il tour del gruppo in dieci città latinoamericane nei primi mesi del 2016 e, tra i film dal forte sapore politico, “Denial” di Mick Jackson su uno storico revisionista che nega l’olocausto.
I film nella selezione ufficiale in odor di Oscar, sono per Monda, “Moonlight” di Barry Jenkins, la storia di un ragazzo di colore alla ricerca del suo posto nel mondo e “Manchester by the sea” di Kenneth Lonergan, con la storia di Lee Chandler che, dopo l’improvvisa morte del fratello maggiore, torna nella sua città natale, dove scopre di essere stato nominato tutore del nipote sedicenne. Fil rouge di questo festival – costato 3.400.000 euro (stesso budget dell’anno scorso), la diversità “in tutti i sensi, dalla sessualità alla religione”.
Tra gli eventi del festival “diffuso”, proiezioni nel carcere di Rebibbia e la rassegna “Migrarti” alla scuola multietnica Di Donato e infine la solidarietà ai terremotati di Amatrice nel gemellaggio con le iniziative di “Io Ci Sono”, con Raoul Bova tra i protagonisti. Tra i momenti commoventi di questa presentazione all’Auditorium, il ricordo della Detassis di Gian Luigi Rondi, ex direttore del Festival di Roma dal 1993 al 1997, e quello del collega, Luca Svizzeretto, morto prematuramente a 38 anni.