E' stata arrestata una donna che aveva finto di appartenere alle forze dell'ordine per potersi introdurre nella casa di un'anziana a scopo di truffa. E' successo questa mattina a Roma, nel quartiere popolare di San Lorenzo, vicino all'università La Sapienza. B.G., queste le iniziali della persona fermata, è riuscita a farsi aprire la porta di casa da una signora ottantaquattrenne qualificandosi come poliziotta.
La dinamica
Una volta dentro, la donna avrebbe comunicato alla proprietaria dell'abitazione la notizia dell'arresto di suo figlio, fingendosi comprensiva nei confronti della disperazione materna. A quel punto la finta poliziotta avrebbe chiesto alla malcapitata il pagamento di settemila euro per ingaggiare un legale in grado di difendere il figlio. L'arresto sarebbe poi stato confermato all'anziana per via telefonica da un complice che si sarebbe spacciato per l'avvocato indicato. Il modus operandi rimanda ad una truffa già nota alle forze dell'ordine, quella cosiddetta del “figlio finito in carcere”.
Gli sviluppi
All'obiezione dell'anziana di non disporre di quella cifra in contanti, la presunta truffatrice le avrebbe detto che anche oro ed oggetti preziosi sarebbe potuti andar bene per il pagamento. A quel punto la padrona di casa si è recata in camera da letto per prendere i gioielli ma quando è tornata in cucina, non ha trovato più nessuno. B.G., infatti, insospettita da alcuni rumori, ha deciso di allontanarsi dalla casa rinunciando al “bottino”. La fuga, però, si è interrotta poco lontano grazie all'intervento dei veri agenti di polizia allertati dalla chiamata di un vicino che aveva notato come ci fosse qualcosa di strano nel palazzo. La presunta responsabile del raggiro è stata cosi arrestata per tentata truffa aggravata in concorso con persona al momento ignota, il finto avvocato autore della chiamata di conferma alla malcapitata circa l'arresto del figlio.
Anziani nel mirino
In estate aumenta considerevolmente il numero di truffe di cui sono vittime gli anziani, spesso soli in casa e con familiari e vicini fuori per via delle vacanze. Tra i raggiri più diffusi c'è proprio quella del “figlio finito in carcere” andata in scena oggi a San Lorenzo. La dinamica è sempre la stessa: si chiede il pagamento di una sorta di “riscatto” da consegnare nelle mani di un sedicente avvocato per poter rilsciare il familiare finito dietro le sbarre. Contro queste truffe, le forze dell'ordine consigliano di non versare mai denaro a chi ne chiede per un congiunto in difficoltà. Inoltre, negli incontri e nelle conferenze organizzate appositamente da carabinieri e polizia sull'argomento viene suggerito di non esitare mai a chiamare il 112 nel caso in cui qualcuno in abiti civili si qualifichi come pubblico ufficiale e pretenda di fare ingresso nelle abitazioni.