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Gestione dei rischi: le conseguenze sociali dell’incertezza

I danni da effetti climatici si attestano sui 20 miliardi l'anno negli ultimi 3 anni, pari a 1% di Pil. In Italia il consumo di suolo è tornato a crescere sfiorando i 70 km²

Esistono vari tipi di rischi legate al climate chance: ambientali, economici, sociali. Le conseguenze di questa consapevolezza ecologica si riverberano su molteplici ambiti. Per esempio una cooperativa su due chiede di favorire gli investimenti green. Maurizio Gardini è il presidente di Confcooperative. E commenta i dati del Centro Studi diffusi nel corso della Quarta Giornata della Sostenibilità Cooperativa organizzata da Confcooperative. Per l’occasione è stato presentato il nuovo bilancio di sostenibilità con Carlo Alberto Pratesi e il direttore generale di Confcooperative Fabiola Di Loreto. “Ammonta a 1,9 miliardi di euro l’investimento delle nostre cooperative in sostenibilità, +26,6% rispetto all’anno precedente – spiega Gardini-. Le cooperative sono pronte a fare di più. Ma la spesa per norme e burocrazia supera i 360 milioni. Una cooperativa su 2 chiede di favorire gli investimenti green”. Prosegue Gardini: “Le principali voci di investimento delle nostre imprese riguardano il risparmio energetico e la riduzione dei consumi. L’utilizzo di materiali di minore impatto, la formazione e le nuove tecnologie. Sono questi i numeri che sintetizzano l’impegno quotidiano delle nostre imprese piccole, medie e grandi nella transizione ambientale e riguardano il 90% delle nostre 16.500 cooperative”. La sostenibilità per le cooperative non è solo transizione ambientale, ma anche sociale ed economica.

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Credit: UFFICIO IMAGOECONOMICA

Rischi-ambiente

“Oggi Istat e Censis fotografano numeri che ci impongono di cambiare modello di sviluppo per un Pil che generi benessere più diffuso – sottolinea Gardini- . Le famiglie in povertà assoluta sono 2,2 milioni, erano 800.000 nel 2005. Il 12% di italiani ha scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica. C’è un gender gap occupazionale di oltre 17 punti percentuali (71% gli uomini e 53,6% le donne)”. Inoltre, prosegue Gardini, “ci sono i danni dal climate change. Immagini di distruzione che impongono la necessità di investire in prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico”. I danni da effetti climatici si attestano sui 20 miliardi l’anno negli ultimi 3 anni, pari a 1% di Pil. In Italia il consumo di suolo è tornato a crescere. Sfiorando i 70 km² nell’ultima rilevazione Ispra con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni. “La cooperazione di abitazione – aggiunge Gardini – sta offrendo un contributo importante per contrastare il fenomeno. Privilegiando interventi di recupero di aree urbane degradate o dismesse. Anche le cooperative di comunità nelle aree interne sono impegnate, tra l’altro, nel contrasto al dissesto idrogeologico. È questa la strada da seguire”.

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Foto di Dave su Unsplash

Sos calamità

Sempre più rischi dal climate chance, dunque. L’aumento delle temperature nel tempo sta modificando i modelli meteorologici e sconvolgendo il normale equilibrio della natura. Ciò, avverte l’Onu, comporta molti rischi per gli esseri umani e per tutte le altre forme di vita sulla Terra. Il mondo contemporaneo è caratterizzato da un’incertezza crescente. Le crisi economiche, le calamità naturali, le nuove tecnologie e i cambiamenti sociali spingono le persone a interrogarsi sul futuro. Con crescente timore per la propria stabilità e quella dei propri cari. In un contesto così fluido e imprevedibile, la sicurezza finanziaria diventa un fattore chiave per affrontare le sfide che la vita presenta. Jacopo Fontanelli, assicuratore finanziario, sottolinea l’importanza di una profonda consapevolezza dei rischi. “Il mio lavoro non è semplicemente vendere un prodotto, ma aiutare le persone a comprendere le loro esigenze e a trovare le soluzioni più adatte per proteggersi”, osserva Fontanelli. Evidenziando quattro aree critiche che richiedono particolare attenzione. E cioè la protezione da eventi che minacciano la propria autonomia. Come la non autosufficienza, la premorienza e le gravi invalidità. La gestione dei rischi legati ai danni ai propri beni, ossia gli eventi catastrofali. La protezione dalla responsabilità civile. E la pianificazione del risparmio e della pensione.

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Foto di 1820796 da Pixabay

Rischi crescenti

Leggerezza e spensieratezza sono spesso compromesse dalla consapevolezza dei rischi che incombono- afferma Fontanelli-. Un incidente, una malattia, un evento catastrofico: la realtà può cambiare in un attimo, lasciandoci impreparati a fronteggiare le conseguenze economiche. In questo contesto, la figura dell’assicuratore finanziario assume un ruolo sempre più importante, aiutando le persone a costruire un futuro più sicuro“. Prosegue Fontanelli: “La loro funzione non è limitata alla vendita di prodotti assicurativi, ma si estende alla consulenza, alla guida e alla costruzione di una strategia personalizzata per proteggere il proprio patrimonio e la propria famiglia dai rischi finanziari”. L’assicurazione, in questo senso, non è più un’opzione, ma un investimento strategico per il proprio futuro e per la serenità della propria famiglia. Ogni individuo deve costruire una strategia di protezione come un edificio. Partendo dalle fondamenta, per arrivare agli aspetti più dettagliati”, puntualizza Fontanelli. “Se la struttura è debole, non importa quanto sia bello l’interno, l’edificio crollerà”. Questo approccio pragmatico, punta a un cambio di prospettiva: “Prima le informazioni, poi le soluzioni”. L’obiettivo dell’assicuratore è aiutare le persone a comprendere i rischi, a valutare le diverse opzioni e a scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze. L’assicuratore assume un ruolo sempre più importante nel panorama sociale, aiutando le persone a gestire le incertezze del futuro e a costruire un’esistenza più sicura e serena”. In definitiva, “la sicurezza finanziaria è un fattore chiave per affrontare le sfide del futuro. La figura dell’assicuratore finanziario, analizzando le specifiche esigenze del cliente, può aiutare le persone a comprendere i rischi, a valutare le diverse opzioni. E a costruire una strategia di protezione personalizzata”. 

Yemen
Foto di Ian Taylor su Unsplash

Commercio globale

Inoltre il futuro è incerto anche per il trasporto di merci via mare a causa dei gravi conflitti geopolitici. E dei cambiamenti climatici, che minacciano la consegna dei prodotti del commercio globale. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo,(Unctad), il commercio marittimo, che nel 2023 è cresciuto del 2,4% con 12.292 milioni di tonnellate di merci trasportate, si prevede che nel 2024 registrerà una crescita modesta del 2% . In base alle rilevazione dell’agenzia Onu, l’economia globale, la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento energetico sono sempre più minacciati dalle vulnerabilità delle principali rotte marittime. In particolare sono considerati critici i passaggi marittimi come il Canale di Panama (che collega l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico), il Mar Rosso e il Canale di Suez (che collega il Mar Mediterraneo all’Oceano Indiano attraverso la penisola arabica) e il Mar Nero (un importante hub per le esportazioni di grano). Queste rotte hanno subito interruzioni significative, con conseguenti ritardi, dirottamento delle navi e costi più elevati. Il traffico attraverso il Canale di Panama e il Canale di Suez, arterie chiave del commercio globale, è diminuito di oltre il 50% a metà del 2024. Il declino è dovuto ai bassi livelli dell’acqua nel Canale di Panama a causa del clima secco e del conflitto nella regione del Mar Rosso, che ha colpito il Canale di Suez. Allo stesso tempo, il tonnellaggio delle navi in transito nel Golfo di Aden e nel Canale di Suez è diminuito rispettivamente del 76% e del 70% rispetto alla fine del 2023. Inoltre, il dirottamento delle merci intorno al Capo di Buona Speranza, per mantenere il flusso di merci, ha fatto aumentare “considerevolmente” i costi, i ritardi e le emissioni di carbonio, afferma l’Onu. Queste rotte più lunghe hanno anche portato a un aumento della congestione portuale, del consumo di carburante, degli stipendi dell’equipaggio, dei premi assicurativi e dei rischi di pirateria. Sulla base della sua indagine l’Unctad afferma che se la crisi che colpisce il trasporto marittimo nel Mar Rosso e la siccità che riduce i livelli dell’acqua nel Canale di Panama continueranno, i prezzi al consumo globali potrebbero aumentare dello 0,6% entro il 2025. 

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