Si è aperto il secondo giorno del Summit sulla protezione dei minori nell'aula nuova del Sinodo. Anche questa mattina i lavori sono iniziati con un momento di preghiera presieduto da monsignor Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini.
La testimonianza
Anche oggi è stata letta la testimonianza di una vittima di abusi, ascoltata in silenzio dai partecipanti del Summit. Uno dei passaggi più toccanti è stato questo: “Quando Gesù stava per morire, sua madre era con lui. Quando sono stato abusato da un sacerdote, la mia madre chiesa mi ha lasciato da solo. Quando ho avuto bisogno di qualcuno nella Chiesa per parlare dei miei abusi e della mia solitudine, tutti si sono nascosti e mi sono sentito ancora più solo non sapendo a chi rivolgermi”.
Le relazioni
La mattinata di lavori ha visto la lettura delle relazioni del Cardinale Oswald Gracias e del Cardinale Blase Cupich. Il porporato indiano ha incentrato il suo discorso sulla collegialità. “Dovremmo chiederci – ha detto – se un certo centralismo romano non tenga abbastanza conto della diversità nella fratellanza, se le nostre competenze e capacità come pastori responsabili delle chiese locali non siano usati in modo appropriato, con la conseguente sofferenza di una collegialità vissuta in modo pratico. Se vogliamo, e dobbiamo, rivitalizzare la nostra collegialità, allora abbiamo bisogno anche di un confronto tra la Curia Romana e le nostre Conferenze Episcopali”. Un concetto rafforzato anche alla luce del rapporto che può a volte crearsi nelle relazioni tra Chiese nazionali e Stati: “Le complicazioni derivano quando vi sono relazioni antagoniste tra la Chiesa e lo stato o, ancor più drammaticamente, quando lo Stato perseguita o è pronto a perseguitare la Chiesa. Questo tipo di circostanze sottolinea l'importanza della collegialità. Solo in una rete di forti relazioni tra i vescovi e le Chiese locali che lavorano insieme, la Chiesa può navigare nelle acque turbolente del conflitto con lo Stato e, allo stesso tempo, affrontare in modo appropriato il crimine degli abusi sessuali. C'è un doppio bisogno che solo la collegialità può affrontare; la necessità di una saggezza condivisa e la necessità di un incoraggiamento di supporto”.
Sinodalità
Il Cardinale Cupich ha chiesto alla Chiesa di vivere la sfida presentata dalla piaga degli abusi nell'ottica della sinodalità: ““E’ indispensabile considerare la sfida che abbiamo davanti alla luce della sinodalità, principalmente approfondendo con tutta la Chiesa gli aspetti strutturali, legali e istituzionali di dover rendere conto”. E per sinodalità, l'Arcivescovo di Chicago intende la “partecipazione di tutti i battezzati a ogni livello attraverso un discernimento e una riforma che penetra in tutta la Chiesa”. La via d'uscita indicata dal porporato americano richiede di ancorare “tutti i nostri provvedimenti al dolore penetrante di coloro che sono stati abusati e delle famiglie che hanno sofferto con loro”.