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Ruini: “Sì al dialogo tra la Chiesa e Salvini”

Non condivido l'immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera il cardinale Camillo Ruini, secondo il quale “Salvini ha notevoli prospettive davanti a sé, però ha bisogno di maturare sotto vari aspetti”. All’ex presidente della Cei e cardinale vicario di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI a Roma “il dialogo con Salvini sembra doveroso”. Il gesto del leader della Lega di baciare il rosario nei comizi e in Parlamento “può certamente apparire strumentale e urtare la nostra sensibilità”, ma “non sarei sicuro però che sia soltanto una strumentalizzazione: può essere anche una reazione al “politicamente corretto” e una maniera, pur poco felice, di affermare il ruolo della fede nello spazio pubblico”.

Più impegno dai cattolici

C’è bisogno, secondo il porporato che è stato plenipotenziario di Karol Wojtyla per l’Italia, di un maggiore impegno dei cattolici in politica, ma “non è questo il tempo per dar vita a un partito dei cattolici: mancano i presupposti, per il pluralismo molto accentuato all'interno della Chiesa stessa, e per la sua giusta ritrosia a coinvolgersi nella politica”. I cattolici possono però “operare all'interno di quelle forze che si dimostrino permeabili alle loro istanze. È una strada oggi più faticosa di ieri, perché la scristianizzazione sta avanzando anche in Italia; ma non mi sembra una strada impossibile”. Riguardo, poi, alle conclusioni del Sinodo sull'Amazzonia, il cardinale è contrario alla possibilità di consentire ai diaconi sposati di diventare preti: “Si tratta di una scelta sbagliata. E spero e prego che il Papa, nella prossima Esortazione apostolica post-sinodale, non la confermi”. A commentare all’ Adnkronos le parole di Ruini è anche don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), prete simbolo della lotta allo sversamento e ai roghi di rifiuti tossici nella Terra dei fuochi tra le province di Napoli e Caserta.

Il dovere di non chiudersi

“Il dialogo con Salvini? Non credo sia un'apertura, piuttosto credo che Ruini abbia voluto dire che il dialogo è doveroso con tutti, quindi anche con Salvini – afferma il sacerdote -. Da questo punto di vista condivido la posizione. Bisogna vedere poi nel dialogo, di volta in volta, cosa si vuol dire”. E aggiunge: “Del leader della Lega “tante cose non mi piacciono, questa paura dello straniero, dell'immigrato. Però se per dialogo si intende ascoltare fino in fondo le posizioni di una persona, vedere cosa egli vuol dire, non saltargli addosso prima che si possa parlare, questo sì”. Sull'utilizzo di simboli religiosi nei comizi, secondo don Patriciello “strumentalizzare i simboli religiosi assolutamente mai, ma se una persona si fa vedere con un simbolo cristiano a me non dà noia, così come se vedo un uomo politico inginocchiato a fare la comunione a messa la domenica può solo farmi piacere. Se poi l'intenzione è strumentalizzare, allora diventa una cosa bruttissima. Se Salvini è veramente sincero con il rosario in mano, questo lo si vedrà con i frutti, con le opere che farà”.

I ringraziamenti del leader della Lega

Salvini risponde all’ex presidente dei vescovi italiani dal Trentino: “Ringrazio il cardinal Ruini, che spero di poter incontrare, per le parole che invitano al confronto, all'apertura, alla riflessione e all'incontro, per lo sviluppo di valori, principi e idee che sono molto spesso comuni. L'Italia o è cristiana o non lo è. Un conto è accogliere chi scappa dalla guerra, un altro è far finta che in Italia ci sia spazio, casa e lavoro per tutti, cosa che non è e che porta allo scontro. Sul diritto alla vita, sulla tutela della famiglia, sulla libertà di scelta educativa e sulla difesa delle nostre radici le posizioni della Lega sono assolutamente salde”.  Il sacerdote di frontiera della comunità Giovanni XXIII don Aldo Buonaiuto, mediatore tra Viminale e Chiesa in numerosi sbarchi di profughi, condivide la linea del dialogo dopo aver più volte messo in guardia negli ultimi mesi dal tentativo di entrare nella coscienza individuale per distribuire patenti di cattolicità e per sindacare sull’autenticità dei percorsi di fede. E, nel tentativo di costruire un canale di dialogo, riannoda i fili della comune identità cattolica: “Invece di scandalizzarsi per manifestazioni esteriori di religiosità, non sarebbe più proficuo cercare di offrire ascolto a chi chiede di potersi confrontare con la Chiesa nelle sue varie espressioni?”. Poi conciliante: “Se i Papi, persino nell’epoca delle invasioni barbariche, uscivano dalla Città eterna per andare incontro ai 'conquistatori' in segno di pace, perché noi uomini di Chiesa dovremmo oggi chiudere le porte a chi cerca un’interlocuzione sui temi di interesse comune?”.

Le reazioni politiche

Per Francesco Giro (Forza Italia) “l’apertura di credito a Matteo Salvini che oggi giunge da un autorevolissimo uomo di Chiesa come il cardinale Camillo Ruini segna una svolta, una bella svolta che produrrà buoni frutti nella Lega e nel centrodestra. Sono molto contento per Salvini e per noi tutti del centrodestra che potrà affinare e accreditare di più la sua azione culturale oltre che politica”. E Gianfranco Rotondi, presidente della fondazione Dc, dichiara: “Ruini è un’intelligenza superiore, e ha ragione a dire che l’unità dei cattolici è difficile da costruire, e bisognerebbe dialogare con Salvini. Il Cardinale aggiunge di non conoscere Salvini, e questo è il punto: Salvini non è Berlusconi, protesi e incarnazione vivente di una prosecuzione della Dc concava e convessa. Salvini sfida il cattolicesimo politico nei suoi valori fondamentali: laicità, mitezza, linguaggio, misura. Tant’è che si pone contro Salvini non solo la sinistra cattolici, ma anche noi moderati. Pur credendo nei miracoli, il Cardinale si convinca: di Berlusconi ne nasce uno ogni tre secoli”.

Opposte interpretazioni

Secondo Stefano Ceccanti, deputato del Pd ed ex presidente della Fuci, la Federazione degli universitari cattolici, “la costruzione dei principi a cui i cattolici dovevano essere fedeli in modo non negoziabile era stata costruita da Ruini nella sua fase di Governo ecclesiale non in modo asettico, ma in modo da spingere chiaramente ad un'opzione preferenziale a favore del centrodestra, ossia secondo le sue preferenze personali. L'unico punto condivisibile dell'intervista sta nella convinzione dell'assoluta impossibilità della costruzione di partitini cattolici, opzione destinata all'autoghettizzazione”. E aggiunge: “Che poi da lì la realpolitik spinga addirittura al sostegno a Salvini – prosegue Ceccanti – nel momento in cui appare vincitore dei sondaggi, forse proprio questo potrebbe essere criticato come cedimento allo spirito del tempo. Un conto era, credo, preferire da parte sua nei primi anni '90 come scelta personale un centrodestra europeo, un conto arrivare addirittura al Salvini di oggi. Ma, per l'appunto, anche questo rivela che il pluralismo interno alla Chiesa è incomprimibile”. E il senatore azzurro Maurizio Gasparri avverte: “Parole sagge e illuminanti come sempre quelle del Cardinale Ruini, che da tempo considero guida spirituale ma anche politica. Ho il privilegio di condividere da anni riflessioni e talvolta iniziative. Ruini chiarisce equivoci e indica strade. Con ben più lucidità e realismo di talune gerarchie prone, anche in Umbria alla sinistra, e nettamente sconfitte e sconfessate anche dagli elettori cattolici. Anche sull’intervista a Ruini vedo che dal basso dello zero virgola qualcuno, un tempo cattolico e democristiano, sproloquia vittima, più che del politicamente corretto, del rischio della perdita di seggio”.

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