La tematica dell’immigrazione, da ormai quasi un anno, è una delle più controverse e discusse nel panorama politico italiano. E le storie dei suoi protagonisti, che arrivano sfiniti e ignari da lunghi viaggi, sono troppo spesso oscurate e poco conosciute dai cittadini italiani. Tra meno di una settimana la grande parentesi degli sbarchi giungerà ad un anno di età e Papa Francesco, in un’udienza privata, riceverà alcuni migranti sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre scorso, il giorno della “Tragedia di Lampedusa”, che vide la morte di 366 profughi sulla costa del comune siciliano. Il gruppo, composto da una sessantina di persone inclusi gli accompagnatori, si recherà il giorno dopo a Lampedusa, per partecipare alle commemorazioni promosse dal “Comitato 3 ottobre”.
Sarà un incontro importante, sia per l’Italia che per i migranti stessi. Il forte disordine in cui versa la condizione dei rifugiati residenti nel Belpaese, infatti, li porta spesso a una totale confusione che rischia in molti casi di finire con l’arruolamento in organizzazioni estremiste, come quella che sta minacciando l’Europa – tra cui appunto Roma – dall’inizio di questa estate: lo Stato Islamico.
E in vista di una possibile istituzione di una “giornata europea per l’accoglienza e la memoria”, i rifugiati che saranno ricevuti dal Santo Padre avranno l’opportunità di esporre le proprie storie ed intraprendere una nuova strada: “La chiesa deve superare la diffidenza verso gli immigrati” aveva scritto ieri Francesco in onore della giornata del rifugiato.