Il Papa si reca a Napoli da convegnista e relatore. Un evento senza precedenti che trasforma la città partenopea in epicentro mondiale del dialogo e dell'accoglienza, per una “teologia in uscita“. Dopo la pubblicazione della “Veritatis gaudium”, è la prima volta che il Pontefice parlerà della riforma teologica. “Vuole una teologia che parta anche dal basso”, racconta al Sir il decano, padre Pino Di Luccio. E un gruppo di giovani studenti laici, in maggioranza donne, gli consegneranno un documento.
I precedenti
Dopo Papa Pio IX che il 16 settembre 1849 visitò Napoli su invito di Re Ferdinando II di Borbone e benedì la folla dalla loggia principale del Palazzo Reale di Napoli, fu San Giovanni Paolo II il primo Pontefice a tornare nella capitale del Mezzogiorno, riferisce l’Agi. Lo fece in tre occasioni: il 21 ottobre 1979, il 25 novembre 1980 e il 9-13 novembre 1990. Benedetto XVI, a sua volta, si recò nel capoluogo campano il 21 ottobre 2007. Nell'elenco dei viaggi di Wojtyla a Napoli occorre, in realtà, annoverarne un altro, non ufficiale e non previsto. L'11 novembre 1986 Giovanni Paolo II era di ritorno dal viaggio in India ma il suo aereo, a causa del maltempo, non poté atterrare a Fiumicino e fu “dirottato” a Capodichino. Il Pontefice fu accompagnato dall'allora arcivescovo di Napoli, il cardinale Corrado Ursi, alla stazione ferroviaria da dove ripartì per la capitale in treno. “Un papa convegnista e relatore di se stesso – osserva l’agenzia dei vescovi -. Non era mai accaduto prima. Per un’altra delle sue ormai celebri 'prime volte', Francesco ha scelto Napoli. Il luogo di questo singolarissimo 'viaggio' di Bergoglio è via Petrarca, gioiello della collina di Posillipo e sede al numero 115 della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Luigi, che dopo tre anni di un sapiente restauro ha visto rientrare i suoi studenti in sede proprio all’inizio di questo anno accademico”. Il programma prevede l'arrivo del Papa nel capoluogo campano alle ore 9. Francesco sarà accolto, tra gli altri, dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e Gran Cancelliere della facoltà, dal vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino, e dal preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa Abascal.
Il programma degli interventi
La seduta pubblica dell'incontro si svolgerà sul piazzale antistante la facoltà. Il Papa pronuncerà un discorso incentrato sul tema dell'incontro, quindi, dopo il pranzo, farà ritorno a Roma nel primo pomeriggio. Docenti italiani e stranieri non solo cattolici, ma anche ebrei e musulmani si alternano nel corso della due giorni di convegno dal titolo “La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo”, che si svolge nella sede della Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà teologica dell'Italia Meridionale e che prevede l'intervento di Papa Francesco. Nel corso della prima giornata gli studiosi della Facoltà teologica meridionale, oltre che di altre università, analizzano il contesto del Mediterraneo. Dopo l'introduzione di Ambrogio Bongiovanni dell'Università Urbaniana, Valerio Petrarca, docente della Federico II, e Carmelo Torcivia, docente della Sezione San Luigi, approfondiscono il tema delle migrazioni. Subito dopo, il gesuita Secondo Bongiovanni e Giorgio Marcello, che insegna all'Università della Calabria, approfondiscono il tema della interculturalità. Seguono gli interventi di Giuseppina De Simone e Donatella Abignente, docenti della facoltà, che si soffermano su “Il dialogo nel contesto del Mediterraneo”. Fabrizio Mandreoli, della Facoltà teologica dell'Emilia Romagna, risponde al quesito su quale teologia possa essere possibile nel contesto del Mediterraneo e, infine, un altro docente dell'Ateneo di Posillipo, Emilio Salvatore, è chiamato a trarre le conclusioni della prima giornata di lavori. Alla presenza del Papa, l'introduzione della giornata dedicata alle “proposte”, conseguenza dell'analisi del contesto è affidata al padre gesuita Pino Di Luccio, decano della Facoltà. Seguono due interventi su “L'arte come luogo di incontro e di dialogo“. “Qui Francesco parlerà di teologia “in uscita” ma il suo non sarà un discorso per soli addetti ai lavori, sarà un intervento che lascerà qualcosa a tutti”, sottolinea l'arcivescovo di Napoli a Vatican news. Certamente le cose che ci dirà, saranno un po’ per tutti perché si possa ulteriormente approfondire questa dimensione dell’interculturalità e dell’interreligiosità che il Papa ci propone. D’altra parte alla fine sarà presentata anche il documento della fratellanza che il Papa ha firmato con il Grande Imam egiziano”.