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La profezia di Ratzinger per salvare la Chiesa

Cosa accomuna un guerriero ostrogoto di religione pagana, lancia in pugno e capelli lunghi e ribelli, con un moderno yuppie agnostico, telefonino davanti agli occhi e devoto al “dio denaro” e al diritto individuale? Secondo il giornalista statunitense Rod Dreher, firma del New York Times e dell’American Conservative, entrambi, pur appartenendo ad epoche lontane, hanno provato a sferrare un attacco micidiale al Cristianesimo. Il primo, il barbaro che calava da Nord, lo fece con la forza brutale. Il secondo, nostro contemporaneo, lo fa con l’ideologia relativista che svilisce la verità della fede. E così come, secoli fa, San Benedetto riuscì a creare un fronte di resistenza e reazione al decadimento provocato dalle invasioni barbariche, anche oggi c’è la necessità di praticare una “Opzione Benedetto” per sanare le ferite di una Chiesa assalita a livello culturale.

L'opera di Rod Dreher

“Opzione Benedetto”, del resto, è il titolo del libro che Rod Dreher ha scritto proprio per tracciare questa strada salvifica, per – ha spiegato lui stesso in una conferenza di presentazione alla Camera dei Deputati – “capire come vivere cristianamente in un mondo post-cristiano”. Lo scrittore americano è risalito alla radice dell’attuale situazione: l’illuminismo. In quell’epoca storica si tentò – ha ricordato – di sostituire dei “principi autorevoli condivisi” con il pensiero individuale, è così che, secondo l’autore del libro, “si è scivolati nell’emotivismo per cui ciò che sentiamo noi è la sola verità cui far riferimento”. Per dirla con le parole di un altro Benedetto, Papa Joseph Ratzinger, si è instaurata la “dittatura del relativismo”. E fu proprio Ratzinger, nel lontano 1969, ad indicare la via per poter vivere in maniera piena e proficua la propria fede, creando quelle “minoranze creative” capaci di attrarre. L’allora cardinale bavarese profeticamente intravide la situazione di crisi attuale e la necessità di ripartire da “piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza”. Certo la Chiesa – la riflessione del card. Ratzinger in pieno periodo di contestazione – “non sarà mai più la forza dominante della società, nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la Chiesa conoscerà una nuova fioritura ed apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte”.

L'esempio di San Benedetto

Da questo invito dell’attuale Papa emerito prende le mosse il libro di Dreher. Egli ha sottolineato che viviamo “fra le rovine di una civiltà che fu grande, ma che oggi è stata sbaragliata da barbari molto sofisticati, che credono soltanto nei loro diritti individuali”. La fede – ha proseguito Dreher – “è stata ceduta in cambio della possibilità di fare ciò che si vuole”. Secondo l’autore americano, i fedeli “non possono restare indifferenti”, perché “l’attacco delle forze della modernità è talmente forte” da diventare distruttivo se non si reagisce. Reazione che si rifà a Benedetto da Norcia. Sconfortato dal caos sociale generato dalla fine dell’impero romano, egli si ritirò alla vita contemplativa in una grotta, ma la sua risposta non si esaurì lì: la contemplazione gli suggerì l’idea di formare una nuova civiltà, il fondamento su cui si regge l’Europa. Benedetto edificò monasteri e creò comunità che vivevano cristianamente. “I suoi seguaci – ha detto Dreher – nel corso dei secoli crearono nuovi luoghi sacri, coltivarono terre incolte, insegnarono alle popolazioni, tramandarono la cultura e la scienza”. Essi rappresentarono un bagliore di luce per illuminare il cammino dell’Europa in un mondo di tenebre. I tempi sono cambiati – osserva oggi Dreher – “ma le sfide sono simili”. Si avverte anche oggi, secondo il giornalista americano, la necessità di “andare controcorrente” per salvare la Chiesa.

Un libro contro Papa Francesco?

Il testo ha fatto discutere, suscitando polemiche in patria ed anche in Europa. Qualcuno, come La Civiltà Cattolica, ha accusato l’autore di promuovere l’eresia donatista, una sorta di ideologia purista cui aderirono alcuni vescovi scismatici nel IV secolo. Il rischio, secondo i detrattori di “Opzione Benedetto”, è che il libro sia un invito ai cristiani a chiudersi in dei ghetti riservati soltanto a chi è puro secondo il criterio della dottrina. Qualcuno, persino, ha interpretato l’opera di Dreher come un attacco a Papa Francesco, in quanto sarebbe agli antipodi dal suo appello a praticare una vita attiva nel mondo. Interpretazioni che l’autore liquida come “completamente false”, perché il suo libro – precisa – “non è un testo politico” e non attacca l’attuale Pontefice. “E comunque – ha aggiunto – se noi veramente vogliamo andare nel mondo per evangelizzarlo, dobbiamo avere un messaggio da portare. Ebbene, le statistiche ci dicono quanto poco ne sanno i cristiani odierni della loro fede. È dunque fondamentale – ha proseguito – la formazione: nelle famiglie, nelle comunità, nella Chiesa”. E da chi può arrivare la scintilla della rinascita cristiana? “Dai giovani cristiani europei”, ha detto Dreher, i quali – ha verificato nei diversi incontri avvenuti per presentare “Opzione Benedetto” – “vedono con maggiore chiarezza la decristianizzazione della società” e si sentono investiti di dover reagire. Il nuovo San Benedetto, quindi, nascerà nell’Europa di cui il frate di Norcia è il patrono?


Da destra a sinistra: Rod Dreher con la traduttrice, on. Antonio Palmieri, mons. George Gaenswein (qui un articolo sulla sua relazione), Angelino Alfano, Lorenzo Malagola (Segretario Generale Fondazione De Gasperi)

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