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La fede nel mirino: boom di offese alla religione

Se, parafrasando Sant'Agostino, chi canta (bene) prega due volte, allora chi canta male, bestemmia due volte. Per le imminenti festivitĆ  natalizie costituirebbe un opportuno gesto di ravvedimento ritirare la canzone ā€œTu e Dā€™ioā€ in cui una coppia di cantanti intonaĀ in modo blasfemo un ā€œAve Maria, piena di ansiaā€ che prende il sole ā€œcrocefissa sulla spiaggiaā€, cammina sullā€™acqua, poi si scoccia di ā€œuna vita sbagliata che fa bestemmiareā€ e ha voglia di scappare. Poi, in spregio della fede, il brano prosegue idolatrando la tecnologia (ā€œĆØ il nuovo Dioā€), sbeffeggiando la Santissima TrinitĆ  (ā€œNel nome dell'iPad, iPhone e lo spirito Samsungā€), la Crocifissione (ā€œIo non sono il messia, non ĆØ sangue ĆØ sangriaā€), la santitĆ  (ā€œSono un santo con l'aureola di CBTā€), le radici della fede (ā€œGesĆ¹ ha iniziato con 12 follower e un haterā€), la Parola di Dio (ā€œChi ĆØ senza peccato scagli il primo mojitoā€, ā€œfaccio l'assegno della croceā€, ā€œTu porta l'acqua che al vino ci penso ioā€, ā€œLa chiesa ĆØ un call center, io parlo col presidenteā€), la devozione mariana (ā€œNon me frega nienteā€, Ā ā€œMadonna che fa i miracoliā€, ā€œLacrime di vino, sto otto le tue guance con due caliciā€, ā€œQuanto mi piaci, ti faccio piangere dal ridere, beviamo gratis e sto da Dioā€). Dalla prima allā€™ultima riga unā€™offesa inaccettabile al sentimento religioso. Sembra unā€™impresa impossibile ottenere il ritiro di una canzone blasfema. Eppure nelle stesse ore ĆØ stata scongiurata unā€™identica ferita alla fede.

Sui social come all'osteria

Su Facebook esistono molte pagine che offendono la religione, alcune addirittura dedicate alle bestemmie. Chi ha provato a segnalarle al social piĆ¹ frequentato del mondo ha spesso ricevuto questa risposta: “La pagina rispetta gli standard della comunitĆ ”. CioĆØ: per Facebook va tutto bene. “Com'ĆØ possibile che accada questo e come si puĆ² fare per bloccare simili pagine?”, si chiede Avvenire.Ā I motivi alla base dell'assurda scelta di Facebook sono soprattutto tre. “Il primo: l'anarchia, il dibattito e persino la lite tra utenti del social sono tempo e azioni che vengono spese all'interno del colosso digitale- evidenzia il quotidiano della Cei-. Siccome piĆ¹ tempo la gente passa su Facebook e piĆ¹ il social ci guadagna, la societĆ  di Zuckerberg ha tutto l'interesse a passare per paladina della libertĆ  di espressione cosƬ da non scontentare nessuno ma anzi creando ā€œdibattitoā€. Quando il social ha bloccato alcune pagine o alcuni post ĆØ accaduto perchĆ© il sistema automatico ha ritenuto pornografiche alcune immagini (arrivando al clamoroso errore di censurare la foto storica della bambina vietnamita che corre nuda dopo un attacco al napalm) oppure la ā€œcensuraā€ ĆØ scattata a causa di un elevato numero di proteste”. Secondo motivo. “Facebook si dice proprietario ma non responsabile dei contenuti che vengono pubblicati sul social, pensando cosƬ di potersi smarcare da qualunque responsabilitĆ ”. Terzo motivo. “La legge degli Stati Uniti, dove il colosso web risiede, non considera la bestemmia un reato. E questo fa sentire la societĆ  legalmente a posto”.

La bestemmia in ItaliaĀ 

E in Italia? “Dal 1999 la bestemmia non ĆØ piĆ¹ un reato: ĆØ stata depenalizzata a illecito amministrativo. Gli autori sono punibili con una sanzione amministrativa che va da euro 51 a euro 309. PerchĆ© accada la bestemmia deve essere stata espressa pubblicamente- sottolinea Avvenire-. Un post pubblico o una pagina pubblica di Facebook ricadono in questo ambito, visto che la giurisprudenza consolidata considera i social network ā€œluoghi pubbliciā€. Nel caso invece un post o una pagina Facebook (ne esistono diverse anche di questo tipo) induca o istighi altri all'atto di bestemmiare si potrebbe profilare il ben piĆ¹ grave reato di ā€œistigazione a disobbedire alle leggiā€, sanzionato dall'art. 415 del Codice Penale e che prevede la reclusione da sei mesi a cinque anni”. Per provare a far chiudere una pagina blasfema, ci vogliono tanto tempo e tante energie. Innanzitutto bisogna inviare (con l'aiuto di amici, reali o di social) centinaia e centinaia di segnalazioni al centro abusi di Facebook e in seguito fare una denuncia alla Polizia postale o alla Procura della Repubblica. “Le eventuali indagini hanno perĆ² spesso tempi lunghi e non ĆØ detto che arrivino a conclusione, anche perchĆ© molti utenti sono iscritti a Facebook con profili fake, cioĆØ con dati falsi- precisa il giornale diretto da Marco Tarquinio-.
Non per questo bisogna demordere. Anzi, occorre insistere con il centro abusi di Facebook perchĆ© chiuda le pagine blasfeme. CiĆ² che invece tutti gli esperti sconsigliano ĆØ di attaccare i post o le pagine blasfeme con commenti o altri post sulle loro pagine. Per l'algoritmo di Facebook ogni commento, anche negativo, ĆØ un punto di ā€œvaloreā€ che accresce il peso della pagina o di un post, aumentandone la circolazione e rendendola al contempo piĆ¹ difficile da estirpare”.

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Lo Studium tradito

Una mobilitazione trasversale e spontanea di coscienze e sensibilitĆ  ha impedito allā€™ultimo istante uno sputo in faccia ai credenti proprio allā€™universitĆ , cioĆØ nel luogo consacrato sulla carta allā€™elevazione morale e culturale della gioventĆ¹. Ogni ateneo ha come missione la trasmissione di valori e conoscenza. Fin dalle sue lontane origini, lā€™insegnamento istituzionalizzato ha come pilastro la salvaguardia della civiltĆ  attraverso un patto tra generazioni che si passano il testimone della cultura. Solo in extremis il peggio ĆØ stato evitato, quando giĆ  molti credenti e non stavano per chiedere alle autoritĆ  accademiche dellā€™ateneo di Bologna (l'antico Studium) se la blasfemia avesse subdolamente conseguito la laurea honoris causa della piĆ¹ grossolana barbarie. Tra le mura dellā€™Alma Mater Studiorum, la piĆ¹ antica universitĆ  dā€™Occidente, stava per andare in scena una rozza bestemmia mascherata da festa studentesca. Parodiando grossolanamente la festivitĆ  dellā€™Immacolata Concezione, i profanatori sacrileghi dei dogmi erano pronti a scambiare la goliardia per empia arretratezza. Raffigurare la Madre di Cristo in una nuvola di preservativi non ĆØ spiritoso, ĆØ aberrante. Non serve essere ferventi cattoliciĀ per sentirsene offesi, basta essere persone ā€œragionantiā€ e civili. Ā La cristianofobia dilaga in una societĆ  sempre piĆ¹ secolarizzata ed evidentemente per qualcuno desacralizzare la fede non solo ĆØ lecito ma ĆØ persino divertente. Nulla importa, quindi, se ciĆ² significa insultare e denigrare centinaia di milioni di credenti. Sei mesi fa, come ricorderanno i lettori di In Terris, don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera dalla comunitĆ  Papa Giovanni XXIII, aveva depolorato uno spot pubblicitario altrettanto blasfemo e volgare che sbeffeggiava impunemente lā€™atto costitutivo della fede cristiana: lā€™Annunciazione dellā€™angelo Gabriele alla Vergine Maria. In quella insulsa pubblicitĆ  e con estrema naturalezza, per pubblicizzare un contraccettivo venivano vilipesi i fondamentali della religione. E non mancano altri casi anologhi. Possibile che allā€™UniversitĆ  di Bologna, nei cui locali si ĆØ festeggiato in spregio alla Madonna, nessun educatore si fosse accorto di niente? Senza la protesta dei credenti, nessun cattedratico si sarebbe sentito in diritto e dovere di obiettare? E Il rettore avrebbe ugualmente proibito che venisse compiuto lo stupro di una civiltĆ  millenaria? La colpa non ĆØ dei ragazzi ma di quanti favoriscono, legittimano e coprono il loro sbandamento.

GesĆ¹ nel videogameĀ 

“Sono Cristo”: la vita di GesĆ¹ ridotta a un videogame. Pioggia di critiche e reazioni per il videogioco choc che trasforma il racconto dei Vangeli in sfida interattiva con simulazioni di miracoli e ambientazioni da film La religione in un videogame. E' l'ultima, poco edificante frontiera di un uso spesso disinvolto delle tematiche di fede che in questo caso si spinge addirittura a trasformare in un videogioco la vita di GesĆ¹.Ā “E' veramente dissacrante, ma ormai si ĆØ perso tutto il senso del sacro” ĆØ il commento di padre Antonino Mascali, giovane parroco carmelitano della Chiesa Nostra Signora del Carmine di Cagliari, alla notizia del videogioco che simula la vita di Cristo. “Si sta passando dal togliere le croci da scuole e uffici pubblici al trasformare GesĆ¹ in un videogioco che addirittura simula i miracoli. E intanto perdiamo la bellezza della domenica come giorno in cui, come cristiani, siamo chiamati a celebrare Dio. I primi a non aver rispetto del nostro essere cristiani – afferma padre Mascali – siamo noi stessi.Ā Non lamentiamoci se poi gli altri non ci rispettano“.Ā 

L'Immacolata sfregiata

Pro Vita &Ā Famiglia ĆØ una associazione OnlusĀ che opera in favore dei bambini, delle madri e dei padri, difende il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, promuove la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e sostiene la libertĆ  e prioritĆ  educativa dei genitori. “Al peggio non cā€™ĆØ mai fine! PerchĆ© dopo lā€™evento organizzato dal collettivo di estrema sinistra, Link, di Bologna, denominato ā€œImmacolata contraccezioneā€, fortunatamente soppresso, dopo le molte polemiche levatesi contro unā€™iniziativa cosƬ apertamente blasfema, da parte pure di chi si dice ā€œdiscriminatoā€, ora ci riprovano- riferisce Pro Vita &Ā Famiglia-. Stavolta parliamo dellā€™Arci DallĆ² di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantonva, lā€™evento in questione ĆØ ā€œImmacolata sovversioneā€, cosƬ tanto per operare una ā€œvariazione sul temaā€. La foto che lo rappresenta lascia davvero poco spazio alla fantasia ed ĆØ talmente scabrosa da non poter essere descritta“. Ovvio che iniziative come queste, in cui si parla di sesso e pratiche ā€œestremeā€, in cui si affrontano discorsi che forse non si sentirebbero nemmeno nei club ā€œa temaā€ piĆ¹ spinti, “non ĆØ affatto un caso che vengano fatti cadere il giorno di una festivitĆ  mariana cosƬ importante e in cui, guarda caso si celebra un dogma che fa riferimento alla purezza della Madre di Dio”, in quanto preservata e immune dal peccato originale. Infatti, se si scorre il pruriginoso programma dellā€™evento in questione, si noterĆ  lā€™ostinata insistenza con cui vengono affrontati certi argomenti. Mentre nella descrizione dellā€™evento si percepisce una rabbia di fondo, una ribellione contro chissĆ  chi: ā€œIl femminismo ha esplorato il piacere della donna. Ci siamo esplorate, ci siamo descritte, ci siamo piaciute, ci siamo eccitate. Il transfemminismo ci apre oggi nuovi mondi, nuove esplorazioni, per un piacere che vuole liberarsi dal genere, dalle costrizioni, dal bigottismo, dalle auto-censure, dalla stretta necessitĆ  delle relazioni sentimentali,insomma, dal patriarcato che ĆØ anche dentro di noi. E liberarsi una volta per tutte!ā€ Per essere liberi occorre liberarsi dalle relazioni sentimentali, come si legge nellā€™evento. “Non a caso uno dei workshop verte sul sadomaso e tutta lā€™iniziativa, ĆØ volta a trasmettere unā€™idea delle relazioni sessuali completamente slegata dalla natura, allā€™insegna dellā€™assenza totale del bene e dei sentimenti, insomma come genitalitĆ  tout court- osservaĀ Pro Vita &Ā Famiglia-. Dunque una violenza che si manifesta inizialmente contro il sacro, ma che poi si ritorce inevitabilmente contro lā€™uomo. PerchĆ©, per quanto si gridi al ā€œlove is loveā€, propinando, poi, ogni genere di nefandezze, fino a non risparmiare nĆ© i fanti nĆ© i santi, non si comprende quella che ĆØ una realtĆ  da cui non si sfugge: che lā€™uomo ĆØ un essere in relazione, che senza quel Tu, non puĆ² dire nemmeno ioā€.

Libro di demoni per bambini

Come strenna natalizia un manuale per bambini sulleĀ messe nere. Si intitola ā€œA Childrenā€™s Book of Demonsā€ ed ĆØ facilmente reperibile online e nei negozi americani. Il libro associa 72 demoni ad altrettanti sigilli e, in tono apparentemente giocoso, invita i bambini a evocarli, secondo lo stile della magia nera.Ā ā€œCaro Diavolo, ti scrivoā€¦ā€.La notizia esce proprio prima di Natale. “QualcunoĀ ha creato un libro per abituare i bambini alla familiaritĆ  con i demoni. Proprio cosƬ: ā€œA Childrenā€™s Book of Demonsā€– riferisce Lanuovabq.it-.Un libro che non ĆØ sepolto in qualche piccola libreria specializzata in esoterismo e stranezze affini, ma che si puĆ² comprare su Amazon, nella catena di negozi Walmart e in alcuni dei piĆ¹ grandi negozi di libri degli Stati Uniti.L'autore del libro, Aaron Leighton, ne dĆ  questo riassunto: ā€œNon vuoi portare fuori la spazzatura stasera? Forse stai nuotando nei compiti? Forse quel grosso prepotente ĆØ un vero fastidio? Bene, prendi le tue matite colorate, e usando le abilitĆ  contenute nel disegno dei sigilli chiama alcuni demoni! Ma fai attenzione, anche se questi spiriti sono piĆ¹ sciocchi che spaventosi, sono sempre demoni“. E una recensione del libro, chiaramente favorevole, spiega, in tono allegro, come se lā€™evocazione di demoni fosse qualche cosa di naturale e consigliabile per i piccoli”.

Al servizio del drago

Quando la coscienza collettiva ĆØ ferita, ĆØ lā€™intera societĆ  a riportare danni irreversibili. Disseminare di incivili blasfemie la societĆ  ĆØ un servizio reso a satana nella sua opera distruttiva. BelzebĆ¹, Asmodeo, Behemoth, Lucifero, Mefistofele, Satana: il principe del male ha molti nomi ed ĆØ descritto con fattezze differenti. A metĆ  Ottocento, il poeta francese Charles Baudelaire sosteneva che Ā«la piĆ¹ grande astuzia del diavolo ĆØ farci credere che non esiste”. Nel 1953, lo scrittore cattolico Giovanni Papini argomentĆ² che ā€œlā€™ultima astuzia del diavolo fu quella di spargere la voce della sua morteā€. Una convinzione condivisa dal collega agnostico AndrĆ© Gide: ā€œNon credo nel diavolo. Ma ĆØ proprio quello che il diavolo spera, che non si creda in luiā€. A futura memoria dei sacrileghi organizzatori di feste blasfeme, ricordiamo che quella Madonna che loro disprezzano ha schiacciato la testa del serpente che loro piĆ¹ o meno consapevolmente Ā adorano.

Il cartellone della blasfemia

E' di pochi mesi fa laĀ campagna choc per promuovereĀ la prostituzione insultando la fede.Ā Davanti ai luoghi piĆ¹ simbolici della cristianitĆ  in Italia, un sito diĀ escortĀ ha provocatoriamente lanciato una campagna pubblicitaria cheĀ mercifica in modo blasfemo le Sacre Scritture. “Stranamente nessuno di quelli che si stracciavano le vesti per il pericolo di strumentalizzare i simboli religiosi e il depositum fidei, hanno fiatato in nome forse di unaĀ male interpretata idea di laicitĆ - osserva don Aldo Buonaiuto-.Ā E cosƬ in piazzaĀ Duomo a MilanoĀ e in quelĀ ColosseoĀ emblema insanguinato del martirio cristiano (proprio laĀ location delle Via Crucis papali), un portale che giĆ  dal nome scambia gli esseri umani per oggetti da acquistare, allo stesso modo di quanto fatto in altre cittĆ  italiane, campeggia la foto di una ragazza intenta ad addentare uno sfilatino, sovrastata dalla citazione sacrilega dellā€™insegnamento di GesĆ¹: ā€œNon di solo pane vive lā€™uomoā€. A pochi giorni dalĀ premio conferito in una scuola romana ad uno spot che inserisce scandalosamente un contraccettivo nellā€™Annunciazione, aggiunge don Buonaiuto, il dio denaro ha fattoĀ scempio anche della parola divina. “Un magnate del petrolio diceva che lā€™economia siede a capotavola rispetto alla politica e alla morale. Insomma per denaro si puĆ² far tutto, pure ridicolizzare e farĀ mercimonio del Vangelo, basta invece un atto di devozione per far calare la scure sulla politica- sottolinea don Buonaiuto-.Ā Eppure anche laĀ Corte CostituzionaleĀ ha Ā stabilito che, come diceva profeticamenteĀ don Oreste Benzi,Ā nessuna forma di prostituzione ĆØ veramente libera, perchĆ© dietro ci sono sempre gravi condizionamenti e situazioni di necessitĆ . Chiedo perciĆ² che le istituzioni preposte al pubblico decoro, soprattutto in un momento di forte istanza paritaria uomo-donna, provvedano tempestivamente a porre fine a questoĀ scempio che offende la sensibilitĆ  religiosa e civileĀ dellā€™intera popolazione che in quei simboli e in quelle sacre parole si riconoscere”.

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