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In Vaticano e a Roma la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo

Sono due pilastri della fede cattolica. Stiamo parlando dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma. Pur provenendo da esperienze personali e culturali diverse hanno dimostrato nella loro vita l’amore e la devozione verso Gesù. Queste due figure vengono ricordate come le fondamenta senza le quali il cristianesimo non sarebbe riuscito a trasferire l’amore nel mondo. 

Le storie dei due Santi

Pietro nasce a Betsaisa in Galilea. Viene ricordato non solo per essere stato il primo Papa del mondo cristiano, ma anche perché fu uno dei primi a riconoscere in Gesù il salvatore. È uno dei suoi discepoli che trascorrerà al fianco del Cristo ogni attimo fino alla sua morte. Dopo la resurrezione, si allontanò dalla Galilea diffondendo la parola di Dio. In seguito si trasferisce a Roma, qui venne condannato a morte dopo aver predicato l’amore di Gesù e la dottrina del cristianesimo tra il 64 e il 67 d.C sotto l’imperatore Nerone. Forse più nota la vicenda di Paolo, la cui conversione è fulminea. “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Riceve questo nome per omaggiare il primo re di Israele. Gesù gli appare in una visione mentre era intento a un inseguimento sulla via per Damasco. Da quel momento la sua vita cambia completamente dedicandola solo all’amore e alla diffusione della parola di Cristo. Nei suoi viaggi si recò infine a Roma dove tra il 64 e il 67 incontra anche San Pietro. Qui muore il 29 giugno colpito da una spada.

La Messa del Papa

Alle 9.30 Papa Francesco presiederà le tradizionali celebrazioni per i due Santi con una Messa a San Pietro. Le celebrazioni, che comprendono la benedizione dei Palli destinati ai nuovi Arcivescovi Metropoliti, si concludono alle ore 12 con la recita dell'Angelus. Tra le iniziative cittadine l'immancabile storica rievocazione della Girandola, in Piazza del Popolo. Oltre alla celebrazione dei Santi Pietro e Paolo, in questa giornata si festeggiano anche i seguenti Santi e Beati: Beato Ansano Vannucci; Beata Salome di Niederaltaich; Beato Raimondo Lullo; San Siro di Genova; San Trinio e Santa Emma di Gurk.

Le parole del Pontefice

“L’invidia provoca amarezza dentro, è aceto versato sul cuore. Gli invidiosi hanno uno sguardo amaro. L’invidia rende amara la vita. Quant’è bello invece sapere che ci apparteniamo a vicenda, perché condividiamo la stessa fede, lo stesso amore, la stessa speranza, lo stesso Signore. Ci apparteniamo gli uni gli altri: è lo splendido mistero della nostra Chiesa, la fratellanza”. Così Papa Francesco durante l'Angelus. Tra i passaggi fondamentali del Pontefice non possiamo non segnalare quello sulla “mia Chiesa”. Parole pronunciate da Gesù a San Pietro. “La Chiesa, infatti, non è “mia perché risponde al mio io, alle mie voglie – ha osservato il Papa -, ma perché io vi riversi il mio affetto. È mia perché me ne prenda cura, perché, come gli Apostoli nell’icona, anch’io la sorregga. Come? Con l’amore fraterno”. Infine, dopo l’Angelus, Francesco ha augurato “ogni bene ai romani e a quanti vivono in questa città“, nella solennità dei loro patroni, e ha esortato tutti a “reagire con senso civico ai segni di degrado morale e materiale che purtroppo anche a Roma si riscontrano”.

 

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