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“Il Papa riconosce gli errori di chi ha abusato di bambini”

L'arivescovo di Boston, il caridnale Patrick O'Malley, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, in una nota ufficiale pubblicata sul sito Boston Catholic, ha ribadito l'impegno del Pontefice nei confronti delle vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero. Una nota che arriva a pochi giorni dalle dichiarazioni del Pontefice che al termine del suo Viaggio Apostolico in Cile aveva preso le difese di mons. Barros, accusato da alcuni suoi fedeli di avere coperto Fernando Karadima, condannato dalla congregazione per la Dottrina della fede per i suoi abusi sessuali a danno di minori.  “Non so dire per quale ragione il Santo Padre abbia scelto i termini specifici che ha usato in quell'occasione – ha scritto l'arcivescovo nel suo statement -. Quello che però so è che Papa Francesco riconosce pienamente gli enormi errori della Chiesa e del suo clero che ha abusato di bambini, e il devastante impatto che questi crimini hanno avuto sulle vittime e sui loro familiari”.

Le parole del Papa

Papa Bergoglio in Cile dichiarò: “Il giorno che mi portano prove contro il vescovo Barros, parlerò. Non c'è una sola evidenza contro di lui. Questa è calunnia. Chiaro?“. Francesco rispondeva così ad un gruppo di giornalisti cileni in merito alla vicenda del vescovo cileno Juan Barros, che egli ha nominato a capo della diocesi di Osorno, ed è accusato da alcuni suoi fedeli di avere coperto l'influente sacerdote pedofilo Fernando Karadima, condannato dalla congregazione per la Dottrina della fede per i suoi abusi. Due giorni prima, nel suo discorso al Palacio de La Moneda di Santiago del Cile con le autorità e i rappresentanti cileni della società civile, il Pontefice aveva usato parole dure contro la pedofilia: “Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell'episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”.  E il giorno dopo il Papa ha incontrato nella Nunziatura Apostolica di Santiago del Cile un piccolo gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di preti. Un incontro privato nel quale Papa Francesco, “li ha ascoltati e ha pregato e pianto con loro”, ha poi reso noto il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke.

Il chiarimento di O'Malley

Il cardinale O'Malley ha deciso di intervenire per chiarire la posizione del Papa: “E' comprensibile – si legge nella nota – che le affermazioni che Papa Francesco ha fatto a Santiago, in Cile, siano state fonte di grande dolore per le persone che hanno subito abusi sessuali da parte di elementi del clero o di qualsiasi altro colpevole”. Ché “parole come: 'se non puoi dimostrare le tue accuse, non puoi essere creduto', fanno sentire abbandonate chi ha subito riprovevoli violazioni criminali della loro dignità e relegano le vittime in un esilio di discredito”. “Non essendo stato personalmente coinvolto nelle situazioni che sono state l'oggetto dell'intervista – ha spiegato il porporato – non so dire per quale ragione il Santo Padre abbia scelto i termini specifici che ha usato in quell'occasione. Quello che però so è che Papa Francesco riconosce pienamente gli enormi errori della Chiesa e del suo clero che ha abusato di bambini, e il devastante impatto che questi crimini hanno avuto sulle vittime e sui loro familiari”.Il cardinale ha ribadito poi la posizione di Papa Francesco e la tolleranza zero nei confronti di chi abusa dei bambini: “Non c'è posto nella Chiesa”.

“Tolleranza zero”

“Ho accompagnato il Santo Padre in molti dei suoi incontri con le vittime – ha ricordato il cardinale – e ho potuto constatare il suo dolore nel prendere coscienza della profondità e dell'ampiezza delle ferite inflitte a chi aveva subito abusi, e nel constatare che il processo di guarigione può richiedere una vita intera”. “Le affermazioni del Papa sono che non c'è posto nella Chiesa per chi abusa dei bambini e che dobbiamo adottare la tolleranza zero, perché questi crimini sono reali e combatterli è il suo impegno”, ha sottolineato aggiungendo: “Le mie preghiere e la mia pena saranno sempre con le vittime e con i loro familiari. Non potremo mai annullare le sofferenze che hanno vissuto, né pienamente curare il loro dolore”. “In alcuni casi dobbiamo accettare che perfino il nostro sforzo di offrire assistenza sia motivo di angoscia per le vittime, e che dobbiamo pregare per loro in silenzio mentre offriamo loro il nostro sostegno come risposta del nostro dovere morale”. E così conclude: “Personalmente, continuo nel mio lavoro per la guarigione di tutti coloro che sono stati così gravemente feriti e per la vigilanza nell'impegno di garantire la tutela dei bambini nella comunità della Chiesa, in modo che questi crimini non accadano mai più”.

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