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Il Papa: medici siano servitori della vita

La vostra missione è nello stesso tempo una testimonianza di umanità, un modo privilegiato di far vedere, di far sentire che Dio, nostro Padre, si prende cura di ogni singola persona, senza distinzione”, scandisce queste parole il pontefice, rivolgendosi alla platea Sala Regia a Roma dove ha ricevuto la Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche. Un richiamo, quello espresso da papa Francesco, al “al rispetto” della vita dall'inizio alla fine”.

L'aborto

Non siamo noi i proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici ne sono i servitori”. Un principio che il deve essere saldo in un medico credente che deve unire “la professionalità alla capacità di collaborazione e al rigore etico”, al beneficio dei malati e dell'ambiente che li circonda ha spiegato il Santo Padre, specificando come competenza, pazienza, forza spirituale e solidarietà fraterna debbano guidarlo nella professione medica.

I medici

Non è un caso che le prime comunità cristiane abbiano spesso presentato Gesù come un 'medico', mettendo in risalto “l’attenzione costante e piena di compassione che Egli aveva per quanti soffrivano di ogni genere di malattia”, ha spiegato il Papa. Nello stesso modo i medici moderni devono relazionarsi con “con delicatezza e rispetto della dignità e dell'integrità fisica e psichica delle persone”, ha concluso il Santo Padre.

Fragilità

Ma sulla questione di una medicina etica è tornato a parlare anche monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nell’intervento al seminario di studio 'Le parole della cura' che si è svolto nella sede dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede. “Qualunque progresso tecnologico non può nascondere la fragilità della condizione umana -ha spiegato lo studioso. “Noi rimaniamo vulnerabili anche in questa epoca in cui la tecnologia e la medicina hanno fatto enormi passi avanti”. “Occorre quindi valorizzare stili di vita e di relazione che non fuggono dalla fragilità, ma assumono l’evidenza del progressivo declino cui siamo sottoposti e che, come abbiamo detto sopra, la medicina contemporanea paradossalmente enfatizza, aumentando il tempo di convivenza con la malattia debilitante. Nell’accoglienza della fragilità, anche estrema, evocata dall’atto originario della cura, si costruisce il legame fondamentale che accomuna gli esseri umani: la nostra origine e la nostra destinazione sono sempre affidate alla cura della vita” ha concluso.

 

 

 

 

 

 

 

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