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Cina, veglie e preghiere per fermare la demolizione di una chiesa

Mentre ufficialmente si fa ogni sforzo possibile per favorire il dialogo tra la S. Sede e la Cina comunista, nei fatti i cattolici cinesi in comunione con Roma sono ancora perseguitati. A volte in maniera pesante. Ne è un esempio concreto il caso della chiesa di Wangcun, non lontano da Changzhi, nel sud-est dello Shanxi. Un edificio che ha un secolo di storia: ora le autorità locali vorrebbero demolire il muro di cinta e requisire i terreni intorno all’edificio per lasciare spazio a una piazza.

“Uccidete prima i preti”

Come riporta Asianews, sempre molto puntuale nel riferire le notizie sui cattolici in Oriente, martedì un migliaio di fedeli e decine di sacerdoti si sono opposti all’intervento dei bulldozer al grido di “Gesù salvami!” e “Madre Maria, abbi pietà di noi!”. Temono, infatti, che dopo i terreni venga espropriata e rasa al suolo anche la chiesa. Ne sono nati dei tafferugli quando 400 tra poliziotti, militari e teppisti si sono radunati per cercare di sgombrare i cattolici schierati a difesa della chiesa. I malviventi, con la connivenza dei soldati, hanno iniziato a picchiare i fedeli e hanno distrutto numerose auto. Qualcuno avrebbe anche gridato “Uccidete prima i preti“. Poi le autorità hanno deciso di fermare momentaneamente le ruspe.

Discriminazioni e speculazioni

Ma nessuno si è fidato e la veglia è andata avanti per tutta la notte con canti e la recita del Rosario, mentre le strade di accesso alla zona sono state bloccate per evitare che altri fedeli si aggiungessero a quelli che manifestavano. Il vescovo di Changzhi, mons. Pietro Ding Lingbin ha celebrato poi la messa e denunciato le violenze, chiedendo giustizia per le vittime. Secondo il prelato, non si tratta solo di questione economica ma di discriminazione religiosa. La chiesa di Wangcun fu requisita durante la rivoluzione maoista. Poi il leader Deng Xiaopin negli anni ’80 ne aveva stabilito la restituzione alla Chiesa cattolica ma la legge è rimasta inapplicata fino al 25 agosto 2012, quando fu firmato l’apposito decreto dalle autorità locali. Quelle stesse che ora vogliono di nuovo espropriare il terreno. Secondo alcuni fedeli, l’obiettivo sarebbe quello di rendere edificabile il terreno che si trova nei pressi dell’aeroporto: una speculazione da milioni e milioni di yuan. Amari alcuni commenti di sacerdoti riportati da Asianews. Uno ha constatato che “questo episodio di repressione e discriminazione avviene proprio mentre si dice che la Cina e il Vaticano stanno dialogando!” mentre un altro ha messo in evidenza il tradimento delle parole del presidente Xi Jinping: “Se il popolo ha fede, la nazione ha speranza, il Paese ha forza”. La diocesi ha circa 60 chiese e 47 sacerdoti. I cattolici sono oltre 50.000 su una popolazione di circa 3,5 milioni di persone.

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