E'ora di manifestare reale, e non di sola facciata, indignazione. Innanzitutto aiutando concretamente le minoranze religiose oppresse e non delegando a questo le sole Organizzazioni di carità. E sostenendo una battaglia culturale e politica perché la difesa della libertà religiosa torni a essere un diritto di serie A. Se ciò non accadrà adesso dopo sarà troppo tardi”. È il commento di Aiuto alla Chiesa che soffre – Italia (Acs) agli attentati terroristici che ieri mattina hanno colpito tre chiese e tre hotel in Sri Lanka, provocando circa 290 morti e 500 feriti.
“Battaglia culturale e politica”
In una nota Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore di Acs Italia, sottolineano come la persecuzione anticristiana “non conosca confini. E non conosce tregue legate alle più importanti celebrazioni liturgiche come ovviamente la domenica di Pasqua. Se nel 2016 nel giorno della Risurrezione di Gesù ad essere colpita da un attacco terroristico ad opera di un kamikaze talebano fu la comunità cristiana del Pakistan, e se nel 2017 l’orribile destino Isis lo riservò alla comunità copta in Egitto, oggi l’estremismo religioso ha colpito la Pasqua della comunità cristiana nello Sri Lanka. Aiuto alla Chiesa che Soffre – si legge nelle nota – piange questi fratelli assassinati durante la Messa soltanto perché cristiani. Colpevoli, per i persecutori, di una duplice colpa, essere appunto cristiani, pacifici e pacificatori, ed essere, in quanto cristiani, percepiti vicini ai Paesi d’Occidente”. “È ora – concludono Mantovano e Monteduro riportati dal Sir – di manifestare reale, e non di sola facciata, indignazione. Innanzitutto aiutando concretamente le minoranze religiose oppresse e non delegando a questo le sole Organizzazioni di carità. E sostenendo una battaglia culturale e politica perché la difesa della libertà religiosa torni a essere un diritto di serie A. Se ciò non accadrà adesso dopo sarà troppo tardi”.