Dal 2021 la Norvegia metterà al bando le armi semi-auomatiche. L'annuncio è stato dato da Peter Frolich, deputato conservatore della Commissione Affari Giuridici che, nonostante la bozza di legge era stata già proposta un anno fa dal governo di minoranza di destra, oggi “è diventato chiaro che c'è una maggioranza parlamentare a favore. Quindi le armi semi-automatiche, come il fucile d'assalto AR-15, l'arma preferita dagli stragisti Usa, usata anche il 14 febbraio per uccidere 17 persone al liceo di parkland in Florida, verranno bandite in Norvegia”. La legge prevede una serie di esenzioni, tra cui quella per il tiro a segno. Come ha spiegato Frolich, il ritardo nell'approvazione della normativa è dovuto all'uso diffuso delle armi semi-automatiche tra i cacciatori norvegesi.
Plauso dal gruppo di sostegno ai familiari delle vittime di Utoya
La decisione di vietare la vendita di armi semi-automatiche è stata accolta con soddisfazione da Lisbeth Kristine Royneland, alla guida del gruppo di supporto ai familiari delle vittime di Utoya, che l'ha definita “una cosa molto buona anche se arriva in ritardo“.
La strage di Utoya
Il 22 luglio 2011 l’esplosione di un’autobomba nel quartiere di Regjeringskvartalet, a Oslo, causò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 209. Due ore dopo l’estremista di destra Anders Behring Breivik, camuffato da poliziotto e con documenti falsi, raggiunse l’isola di Utøya, nel Tyrifjorden, dove si stava svolgendo un campus giovanile del Partito laburista norvegese, con la scusa di cercare bombe. Dopo aver eliminato con una pistola Glock i direttori del campo, Breivik si diresse verso i giovani dai 12 ai 20 anni raccolti in un punto di ristoro, e dopo aver estratto un fucile automatico aprì deliberatamente il fuoco. Le vittime sull’isola furono 69. All’arrivo della polizia il killer si consegnò spontaneamente.