Zelensky: “Abbiamo bisogno di missili: no ai tabù sulle armi”

Volodymyr Zelensky

Dopo i tank, i missili a lunga gittata. Con l’obiettivo di “fermare il terrore russo”. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, bussa ancora alle porte dell’Occidente, affinché le remore sulla fornitura di armi cessino e, in dotazione all’esercito di Kiev, finiscano dotazioni belliche sempre più consistenti. Del resto, è bastato l’annuncio della spedizione dei famigerati carri armati Leopard per provocare la reazione della Russia, che avrebbe dato la parola nientemeno che ai missili ipersonici Kinzhal per bombardare le città ucraine. Segno evidente che alzare l’asticella delle armi a disposizione dei contendenti non serva ad altro che a inasprire i toni. In un momento storico in cui, peraltro, le parti in causa non sono mai state così distanti fra loro. Nei giorni scorsi, sia Putin che Zelensky hanno chiuso a qualsiasi possibile mediazione, ritenendosi reciprocamente interlocutori non credibili. Il campo delle discussioni, quindi, si limita a quello degli armamenti.

Zelensky chiede missili

Ottenuta la fornitura dei tank Leopard, la maggior parte dei quali dovrebbe arrivare in primavera, Zelensky invita i Paesi occidentali a vincere le ultime resistenze e a concedere all’esercito ucraino anche testate a lunga gittata. Al momento, ha detto il presidente dell’Ucraina citato dal Kiev Independent, i missili Himars (con gittata a 80 chilometri), utilizzati dall’esercito, non sarebbero in grado di raggiungere la maggior parte delle aree occupate dai russi. Agli ucraini, in sostanza, occorrerebbero missili a lungo raggio per colpire le posizioni sfruttate dai russi per bombardare le città ucraine. Per Zelensky “non dovrebbero esserci tabù nella fornitura di armi all’Ucraina per proteggersi dall’aggressione russa. Faremo tutto il possibile per garantire che i nostri partner aprano a questa fornitura vitale, compresa la consegna di missili Atacms, che hanno una gittata di 300 chilometri, e altre armi simili”.

Rischio guerra a oltranza

Al netto della posizione ucraina, Paese aggredito, risulta quantomeno preoccupante che, al di là del dibattito sulle forniture di armamenti ed equipaggiamento bellico (e dei toni aspri fra Russia e Occidente), non vi siano altri fronti di confronto fra i contendenti. Del resto, lo stesso Zelensky ha più volte ribadito che la guerra cesserà definitivamente solo nel momento in cui l’influenza russa in terra ucraina finirà del tutto. Ossia, quando sotto l’egida di Kiev torneranno sia la Crimea che il Donbass. Per questo lo spettro della guerra a oltranza resta la prospettiva più inquietante.

Damiano Mattana: