“I rifugiati sono persone come noi, come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto casa, lavoro, parenti, amici. Le loro storie e i loro volti ci chiamano all’accoglienza, a rinnovare l’impegno per costruire la pace nella giustizia”. Le parole di Papa Francesco, pronunciate ieri dopo la recita dell’Angelus in piazza San Pietro, trovano eco oggi, 20 giugno, giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, un appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che da oltre dieci anni ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione, spesso sconosciuta ai più, di questa particolare categoria di migranti.
Nel suo intervento in occasione dell’evento il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un “saluto a quanti hanno voluto richiamare l’attenzione su un dramma dell’umanità che non conosce soste. Questa ricorrenza giunge in un momento particolarmente tormentato, caratterizzato da ingentissimi flussi di profughi e, con essi, di rifugiati”. Parallelamente, ha aggiunto, “si manifestano e crescono – in un quadro di non trascurabile conflittualità politica e sociale – timori istintivi e generici appelli alla difesa, alla chiusura, all’innalzamento di muri e barriere”. Il capo dello Stato ha poi richiamato l’Europa, affinché il rispetto della persona umana non sia “a fasi alterne, non può essere usato solo per chi vive in Europa”. L’arrivo di rifugiati, ha proseguito, “può essere governato solo con un’accoglienza intelligente, garantendo tranquillità e ordine”.
Con la Giornata Mondiale del Rifugiato l’Unhcr (la principale organizzazione dell’Onu impegnata in prima linea a salvare vite umane, a proteggere i diritti di milioni di rifugiati, di sfollati e di apolidi, e a costruire per loro un futuro migliore) vuole invitare il pubblico ad una riflessione sui milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita. E soprattutto non dimenticare mai che dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata. Storie di sofferenze, di umiliazioni ma anche storie di chi vuole ricominciare a ricostruire il proprio futuro.
Momenti di incontro, feste, musica e danze. Sono diverse le iniziative organizzate in tutta la penisola per celebrare questa giornata. Tra i principali, il concerto promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La Visarno Arena di Firenze ospiterà #withrefugees, la maratona musicale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di oltre 60 milioni di rifugiati in tutto il mondo. A livello globale, una persona ogni 122 è oggi attualmente un rifugiato, uno sfollato interno o un richiedente asilo.
Marlene Kuntz, Ministri, Il Teatro degli Orrori, IoSonoUnCane, Paolo Benvegnù, Piotta, Mau Mau, Selton, Sandro Joyeux, Verano, C+C=Maxigross, General Stratocuster & The Marshals e Cosmo. Sono gli artisti che hanno detto si alla chiamata dell’Unhcr e che si alterneranno sul palco fiorentino a partire dalle ore 17:30, con la presenza straordinaria di Noah Stewart e Sacha Puttnam che si esibiranno in una versione inedita di “You’ll never walk alone”.
Da sempre la musica rappresenta uno strumento di dialogo e incontro tra popoli e culture diverse. Per la Giornata Mondiale del Rifugiato 2016, l’organizzazione ha deciso di realizzare un concerto che abbia come protagonista il rock italiano contemporaneo, portando sul palco le migliori band del panorama indipendente nazionale. Durante il concerto si potrà avere l’occasione di ascoltare sia le storie di chi è stato costretto a fuggire a causa di guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, sia alcune delle tante esperienze di buona accoglienza e integrazione presenti in tutta Italia. #withrefugees vuole essere una giornata di festa e di partecipazione, per dare un forte segnale di solidarietà a tutti i rifugiati e anche per ricordare coloro che hanno perso la vita in mare alla ricerca di protezione e sicurezza.
I dati sui flussi migratori in questi primi mesi del 2016 fanno rabbrividire. Oltre 3.400 migranti sono morti o dispersi mentre tentavano di attraversare le frontiere di tutto il mondo. E di questi l’80% riguarda le rotte per l’Europa. Lo stima l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim). Il dato è superiore del 12% rispetto ai primi 5 mesi del 2015, mentre la rotta più letale del pianeta per i migranti – ha detto Frank Laczko, direttore del Centro di Analisi Oim a Berlino – è il Mediterraneo con la tratta tra Nord Africa e Italia divenuta il passaggio più pericoloso al mondo.
Per quello che riguarda l’Italia, è salito ad oltre 210mila, di cui quasi 52mila in Italia, il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa attraverso il Mediterraneo dall’inizio del 2016. Inoltre, secondo le ultime stime rese note dall’Oim un totale di 210.643 migranti e rifugiati è entrato in Europa via mare dall’inizio del 2016 al 12 giugno, con arrivi in Italia (51.956), Grecia (157.298), Cipro (28) e Spagna (1.352). Il più alto numero di decessi (2.438) è stato registrato sulla rotta centrale tra il Nord-Africa e l’Italia.