Westminster trema: l’ombra dello scandalo sul Parlamento inglese

Westminster inchiesta droga

Sembrano lontanissimi i tempi in cui il tema Brexit era l’incombenza maggiore sulle spalle di Westminster. L’emergenza Covid ha necessariamente messo da parte le beghe della transizione verso un futuro senza Europa. Almeno sul piano delle priorità d’interesse dei media. Ora, però, anche le strategie del Parlamento britannico per contenere la propagazione dell’ennesima variante del virus rischiano di essere spazzate via da un’ombra ingombrante e minacciosa. Secondo quanto riferito dal Sunday Times, infatti, nei bagni dei deputati inglesi sarebbero state rinvenute tracce di cocaina. Tanto che si starebbe pensando di scandagliarli con l’aiuto dei cani anti-droga. Non certo un bel biglietto da visita per Westminster. Non lo sarebbe stato mai, figurarsi in questo momento storico in cui il binomio fra politica e credibilità è sempre in bilico.

Westminster, i controlli

A quanto pare, tuttavia, non sarebbe stata questa grossa sorpresa per l’opinione pubblica britannica. Il Sunday Times ha parlato di un recente controllo, dal quale sono emerse le tracce incriminate in ben 11 bagni dei 12 presenti. Alcuni dei quali, peraltro, sarebbero accessibili solo con pass parlamentare. E, a quanto pare, la droga sarebbe un affare comune a tutti i partiti visto che le tracce in questione sarebbero state rinvenute sia nei bagni in prossimità delle stanze laburiste che degli uffici governativi. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, pare addirittura che un deputato sia stato sorpreso ad assumere stupefacenti sulla propria scrivania. Le fonti del Sunday Times non ci vanno per il sottile, tanto che una di esse parla chiaramente di “una cultura della cocaina in Parlamento. Alcuni si fanno continuamente, altri assaggiamo ogni tanto. Alcuni sono nomi noti, altri sono giovani deputati ambiziosi o funzionari: pensano di essere intoccabili”.

Pronta un’indagine

Westminster, da parte sua, ha assicurato massima collaborazione sul caso. Tanto che lo speaker sir Lindsay Hoyle ha già promesso di avviare un’indagine interna, mentre il ministro dell’Interno Patel ha sostenuto che “non c’è posto nella nostra società per le droghe e certamente non nel nostro Parlamento”. C’è da dire che i numeri da tenere in considerazione sono importanti: sarebbero oltre 19 mila le persone a possedere un pass parlamentare. E che, quindi, possono tranquillamente accedere alla Camera senza controlli. Dall’inizio della pandemia, però, in media sono stati 3 mila quelli entrati a Westminster con una certa regolarità. Comunque andrà a finire, l’ombra è di quelle pesanti. E già si parla di una legge ad hoc, che vada a colpire innanzitutto i consumatori dell’alta società. L’obiettivo: dare un esempio. E cercare di cambiare la percezione che le classi abbienti hanno del consumo.

Damiano Mattana: