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Elezioni Usa, notte di scontri a Washington fra pro e contro Trump: 20 arresti

Tafferugli in diverse zone della città. I sostenitori del Tycoon in piazza anche in Flordia, Oregon, Michigan e Arizona

Il passaggio di consegne definitivo non è ancora stato ufficializzato a Washington e la tensione fra sostenitori e oppositori di Donald Trump torna a esplodere per le strade della capitale. Notte di scontri intensi, che ha richiesto l’intervento della Polizia per sedare i tafferugli fra pro e contro il presidente. Chi appoggia il Tycoon continua a denunciare “il furto delle elezioni”, anche se lo stesso Trump, nel suo ultimo discorso, ha paventato per la prima volta la possibilità che il riconteggio ne certifichi la sconfitta elettorale. A ogni modo solo la parte, probabilmente, di una contesa che proseguirà con una battaglia legale già annunciata. Le tensioni si sono intensificate a Washington dopo la mezzanotte, quando due manifestazioni, fin lì pacifiche, si sono ritrovate una di fronte all’altra. Almeno 20 gli arresti, oltre a due agenti di Polizia rimasti feriti.

Pro-Trump in piazza

Fra i sequestri effettuati, quelli di alcune armi da fuoco recuperate dai poliziotti dopo aver sedato gli scontri. Una persona ha anche subito un accoltellamento. Altre manifestazioni sono avvenute in altre città come Lansing, nel Michigan, dove i sostenitori di Trump hanno avanzato dubbi circa i 140 mila voti in più ottenuti dal candidato democratico. Anche in Arizona, dove nelle scorse ore è stata certificata la vittoria di Biden, numerosi pro-Trump hanno contestato i risultati del voto. Almeno 1.500 persone si sono radunate a Phoenix e anche a Salem, in Oregon. Il leitmotiv è sempre lo stesso: procedere alla conta, anzi, alla nuova conta di ogni singolo voto. Perlomeno quelli ritenuti “legali”.

“Count every vote”

Nei giorni scorsi, le autorità elettorali avevano escluso la presenza di prove che potessero far pensare a brogli o ad altre irregolarità nell’Election day. E, d’altra parte, solo alcuni Stati possiedono uno Statuto che consente il riconteggio dei voti e solo in determinate circostanze. A meno che, ovviamente , non vi siano prove evidenti di criticità e/o di irregolarità. Variabili finora escluse nonostante alcuni Stati, come la Georgia, abbiano acconsentito a ricontare le schede elettorali (visto il margine ristretto che ha consegnato la vittoria a Biden). “Count every vote” è uno slogan apparso anche a Delray Beach, in Florida, dove i manifestanti pro-Trump hanno definito “marxista” un’eventuale amministrazione Biden.

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