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Virus: altri 1.255 morti in Usa. Trump, bandiere a mezz’asta per le vittime

Trump: "Non chiuderei Usa anche se seconda ondata". De Blasio: "New York, riapertura entro metà giugno". La Cina minaccia "ritorsioni" per le sanzioni

Negli Stati Uniti sono morte altre 1.255 persone per il coronavirus nelle ultime 24 ore. In base all’ultima rilevazione di Johns Hopkins University, il totale dei decessi è salito a 94.702 mentre i contagi sono arrivati a 1,57 milioni.

Trump, bandiere a mezz’asta per vittime

Il presidente Donald Trump ha annunciato che ordinerà bandiere a mezz’asta sugli edifici federali e i monumenti nazionali nei prossimi tre giorni per onorare la memoria delle vittime del coronavirus, che negli Usa hanno superato la soglia dei 94 mila. Ieri i leader dem al Congresso gli avevano formulato questa richiesta per quando il numero dei morti raggiungerà quota 100 mila. Trump ha anche assicurato – durante la sua visita in un impianto Ford nel Michigan – che gli Usa non saranno posti in lockdown di nuovo anche se dovesse verificarsi una seconda ondata di coronavirus. Questo, per non gettare il Paese nel caos e nella recessione.

New York verso la riapertura

Buone notizie dal sindaco di New York Bill de Blasio: i dati evidenziano “progressi molto chiari” e la città è sulla buona strada per la Fase 1 della riapertura entro metà giugno (agricoltura, pesca, manifattura, costruzioni e consegne all’esterno per i negozi). Nelle stesse ore, il governatore Andrew Cuomo ha aggiornato i cittadini sulla situazione nello stato di New York a quasi tre mesi dal primo caso confermato di SARS-CoV-2. In conferenza stampa, Cuomo ha comunicato che nelle ultime ventiquattro ore sono 246 i nuovi ricoveri e 105 le vittime del COVID-19. Nella contea di Rockland gli ospedali potranno riprendere le chirurgie elettive. In totale a New York, focolaio principale del virus in Usa, i casi confermati sono 196.000, i decessi 15.789.

Cina: ritorsioni per sanzioni

Se il Congresso Usa dovesse adottare sanzioni contro Pechino per la sua presunta responsabilità nella pandemia di Covid, la Cina minaccia “ritorsioni”. “Ci opponiamo fermamente e risponderemo con misure di conseguenza. Non accetteremo di farci infangare, né richieste di compensazione”, ha dichiarato ieri Zhang Yesui, il portavoce dell’Assemblea nazionale del Popolo, il Parlamento cinese, che oggi apre i lavori annuali.

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