Quattro giovani arrestati, tutti e quattro maggiorenni, accusati di aver commesso un’atrocità. Agghiaccianti i verbali, drammatiche le testimonianze, per una notte di fine estate a Marconia di Pisticci, in provincia di Matera, lentamente trasformata in un incubo per due turiste inglesi, di appena quindici anni.
Secondo gli inquirenti, altri quattro giovani avrebbero partecipato alla violenza di gruppo, perpetrata nella notte tra il 7 e l’8 settembre, precisando che tre di questi risultano indagati in stato di libertà. In corso, stando a quanto spiegato dal Procuratore della Repubblica di Matera, Pietro Argentino, le indagini per appurare il ruolo avuto dai quattro durante lo stupro.
Violentate dal branco
Inquietante la sequenza degli eventi. Le due giovanissime turiste, dopo essere arrivate a una festa in villa nel paesino del Materano, sarebbero state avvicinate da due degli indagati. In seguito, secondo quanto riferito dal comunicato diffuso della Questura di Matera, i giovani avrebbero condotto le ragazze in un luogo appartato, “approfittando dello stato di alterazione psichica delle due minorenni, dovuto all’assunzione di alcol”.
Lì si sarebbe consumato lo stupro di gruppo, con due distinti violenze sessuali. Le ragazze, dopo aver tentato in tutti i modi di resistere allo stupro, avrebbero dapprima raccontato tutto alla sorella di una delle due, per poi tornare a casa e telefonare al 118. Nessuno dei partecipanti alla festa, probabilmente a causa della musica ad altissimo volume, si è accorto di quanto stava accadendo.
L’audio choc
Quattro giorni di inchiesta sono bastati agli investigatori per identificare i primi quattro presunti aggressori, tutti giovani fra i 19 e i 23 anni, al momento tutti in carcere. Secondo il pm, dalle indagini sarebbe emersa “la brutalità, la gravità ed efferatezza delle violenze commesse con modalità subdole, che avrebbero potuto essere reiterate nei confronti di altre donne”.
Poco dopo la violenza subita, secondo quanto contenuto nei verbali e citato da Repubblica, una delle invitate si sentirebbe gridare, probabilmente a una parente delle vittime: “Non chiamate la Polizia, altrimenti rovinate la festa“.