Il vescovo di Bergamo Francesco Beschi racconta il dramma del coronavirus nella sua diocesi. “Nessuno è esonerato da questa prova, estremamente dolorosa”, ha raccontato ai microfoni di Rainews24. “I nostri sacerdoti sono tanti e sono numerosi quelli che si sono esposti per stare vicino alla loro comunità. Quindi la loro malattia è un evidente segno di vicinanza, un doloroso segno di vicinanza e di condivisione del dolore” spiega il vescovo che non riesce a nascondere la grande tristezza per i venti sacerdoti della diocesi bergamasca che sono ricoverati perché colpiti dal contagio da coronavirus e dei sei sacerdoti che in questa settimana sono rimasti vittime del Covid-19.
Bergamo
Sei tra le tante vittime di uno dei focolai più grandi d’Italia: con oltre 2860 casi positivi, Bergamo è la città più colpita insieme a Brescia. L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha fornito in conferenza stampa i dati aggiornati: “I numeri evidenziano una crescita della diffusione del contagio, una crescita che è costante: ci sono 11.685 positivi in Lombardia, con un incremento di 1.865, ci sono 4898 persone ospedalizzate con 463 persone in più. Le persone in terapia intensiva sono 732, con un incremento di 85 e i decessi 966, 76 in più. Bergamo e Brescia “sono oggi le situazioni più critiche che abbiamo. Non a caso tutti quei 90 pazienti che stiamo trasferendo arrivano tutti da Cremona, Crema o dalla Bergamasca, proprio perché quelli sono ospedali che hanno quasi esaurito fisicamente la capacità di accoglienza”.”Ognuno a Bergamo ha almeno un contagiato tra i propri conoscenti, se non un morto da piangere. E forse questo i media nazionali non lo hanno ancora detto e compreso”, commenta mestamente la situazione, in un suo articolo, il giornalista Davide Agazzi.
Pompe funebri
Sempre nel bergamasco, anche le agenzie di onoranze funebri lanciano l’allarme. Con l’aumentare dei decessi, le aziende stanno ricevendo richieste di intervento ben oltre la loro massima capacità. Chiamate a far fronte a defezioni e malattie, tra poco non saranno più in grado di rispondere alle necessità dei cittadini. Lo denuncia su Bergamonews.it Pietro Bonaldi, direttore della Lia (Liberi Imprenditori Associati) che spiega “Pur avendo riscontrato la collaborazione da parte delle autorità locali, i problemi operativi si stanno rivelando insormontabili”. Da tempo rimasti privi di dispositivi di protezione individuale, prosegue Bonaldi, “molti operatori e imprenditori si sono essi stessi ammalati, e non sono più in grado di sostenere il peso delle richieste. Gli operatori stanno pagando personalmente il terribile prezzo dell’assenza di una tutela simile a quella degli operatori sanitari, nonostante le ripetute richieste di fornitura rivolte alle autorità da oltre due settimane”. L’associazione si sta attivando per arginare l’emergenza collaborando con realtà al di fuori della provincia, “ma ciò potrebbe non essere sufficiente, considerando la rapida diffusione del virus anche in quei territori”. E lancia l’appello: “Abbiamo disperatamente bisogno di personale, perché le richieste di questo periodo, insieme alle numerose defezioni, hanno portato tutto il sistema al collasso”. Che sia un’emergenza non c’è dubbio. “Da questa mattina al cimitero di Bergamo c’è una sepoltura ogni mezz’ora” aveva commentato il 13 marzo Giacomo Angeloni, assessore ai servizi cimiteriali del Comune di Bergamo. E il numero di nuovi contagi è in costante aumento.