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Vertice Italia-Santa Sede, Parolin: “Colloqui andati bene”. Tajani: “Incontro positivo”

Si è tenuto oggi a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il tradizionale vertice bilaterale tra le delegazioni italiana e della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricevuto il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin e il presidente della Cei cardinal Matteo Zuppi. 

L’incontro

Sorrisi, strette di mano, cordialità. Attenzione particolare sui temi sociali, dalla povertà agli anziani, passando per i migranti, la sanità, il tema delle ludopatie. E senza dimenticare il dossier Ucraina, su cui però si registra la comune percezione che la pace sia lontana per la “difficoltà” di arrivare “a un cessate il fuoco”, allo stop dei “bombardamenti”. Si è svolto in un clima “sereno”, come detto a conclusione dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il primo bilaterale tra Italia e Santa Sede con il nuovo esecutivo targato Giorgia Meloni. Assente la premier, gli onori di casa li ha fatti il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha accolto a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso il Vaticano, le delegazioni d’Oltretevere e della Cei, formate, la prima dal segretario di stato Parolin, dal sostituto, monsignor Edgar Pena Parra, dal segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Gallagher, e l’altra dal presidente e dal segretario della Cei, il cardinale Matteo Zuppi e monsignor Giuseppe Baturi. Nutrito anche lo “schieramento” governativo con i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, della Famiglia, Eugenia Roccella, del Lavoro, Marina Calderone, dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a cui si sono aggiunti il sottosegretario Alfredo Mantovano e poi i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Avviato il bilaterale intorno alle 16.30, con l’arrivo alle 17.30 del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è entrati nel vivo dell’evento celebrativo a 94 anni dalla firma dei Patti Lateranensi.

I colloqui

“I colloqui sono andati bene, c’è stato un clima sereno – ha riferito al termine il cardinale Parolin -. Abbiamo registrato la coincidenza su alcuni temi e la disponibilità ad ascoltare”, “abbiamo trattato la questione Giubileo, della collaborazione nella preparazione. Siamo anche già un po’ in ritardo. Poi c’è stata una parte dedicata alle tematiche più vicine alla Chiesa italiana, come famiglia, povertà, scuola e poi soprattutto con il presidente della Repubblica abbiamo toccato temi più internazionali, anche il conflitto in Ucraina, registrando la difficoltà di arrivare al cessate il fuoco, di mettere fine ai combattimenti. E soprattutto tenendo conto, l’aspetto umanitario che sta molto a cuore alla Santa Sede”. “Sulla famiglia – ha detto ancora – abbiamo concordato che c’è la volontà di approntare misure strutturali per rafforzare la famiglia e il suo ruolo anche nella società, anche rispetto al tema della denatalità ma senza entrare “in tematiche specifiche”. “Sui migranti – ha aggiunto – è stata indicata da parte nostra la necessità di individuare percorsi di regolarizzazione dei flussi migratori”. Soddisfatto il titolare della Farnesina, Tajani: “E’ stato un incontro molto positivo, che ha rafforzato se possibile i legami tra lo Stato della Città del Vaticano e la Repubblica italiana”. “Abbiamo affrontato – ha proseguito – tanti temi di politica internazionale, di diritti umani, le sofferenze dei popoli siriano e turco, dei problemi anche italiani, della scuola paritaria, di tante questioni che riguardano anche la politica sociale, il terzo settore, il welfare”. “Un confronto – ha aggiunto – molto molto positivo. Credo che si potrà seguire un percorso comune su tante questioni. Anche sulla politica estera ci siamo confrontati parlando di pace, della situazione in Africa, nei Balcani, degli aiuti umanitari che stiamo portando, delle minoranze cristiane nel mondo dove c’è un forte impegno anche del ministero degli Esteri”. Nei colloqui non è entrato il tema elezioni, con commenti sul risultato elettorale in Lombardia e nel Lazio. Ma prima di lasciare Palazzo Borromeo, il card. Parolin non ha voluto sottrarsi alla sollecitazione di commentare il forte astensionismo: “E’ indubbio che è una disaffezione che solleva molti interrogativi, soprattutto sui giovani, e che appare proprio come un richiamo alla politica”.

Fonte Ansa

 

redazione

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