Venezuela, Maduro a Trump: “Nemmeno 1000 come te ci vinceranno”

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Prosegue la “guerra” a distanza tra Venezuela e Stati Uniti. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha avvertito il collega statunitense Donald Trump che “neppure 1.000 come te riusciranno a vincere con questo Paese” che “ha fucili e missili in perfetto stato per affrontare i mercenari”, se sarà necessario.

Elezioni

In un discorso trasmesso dalla tv statale, Maduro ha poi detto: “Donald Trump, ascoltami, non è Maduro, è un popolo che è stato educato da (l’ex presidente Hugo) Chávez ad una unione civico-militare“. Alludendo alla fallita incursione via mare di un gruppo di disertori e due contractor americani il 3 maggio, il leader chavista ha assicurato che questa forza non la distruggono “60 né 300.000 mercenari, perché siamo preparati ad affrontarli sulle coste, sulle montagne, città e villaggi”. Noi, ha proseguito, “vogliamo armonia e i problemi dei venezuelani riguardano solo noi stessi e li dobbiamo risolvere con mezzi pacifici ed elettorali”. In questo senso Maduro ha concluso che peraltro quest’anno ci debbono essere elezioni (legislative) in Venezuela, “se ce lo permette la pandemia” da coronavirus. Nel paese latino americano, i casi confermati sono 423, 10 i decessi legati al covid.

Blackout

Lo scorso 6 maggio un importante blackout ha interrotto l’erogazione dell’energia elettrica in varie zone del Venezuela, compresa la capitale Caracas e in altri nove distretti. La vicepresidente esecutiva Delcy Rodríguez aveva definito l’episodio “un attacco” premeditato. Attraverso le reti sociali la responsabile chavista ha reso noto ieri sera che “il Sistema elettrico nazionale ha subito un attacco alle sue linee trasmissione del settore 765, appena ore dopo il tentativo fallito di incursione terroristica contro il Venezuela”.

I contractor

Tre giorni prima, il ministro dell’Interno venezuelano, Nestor Reverol, aveva annunciato che nella notte tra sabato e domenica era stato sventato un attacco armato di mercenari arrivati con delle barche nella città portuale di La Guaira, a poche decine di chilometri dalla capitale Caracas. Reverol aveva aggiunto che le persone a bordo arrivavano dalla Colombia ed erano “terroristi mercenari”. Poche ore dopo, Donald Trump aveva negato ogni coinvolgimento del suo governo nell’attacco e un portavoce del dipartimento di Stato americano aveva dichiarato che il tentativo di invasione via mare del Venezuela denunciato da Caracas faceva parte di una “rilevante campagna di disinformazione” condotta dal presidente Nicolas Maduro.

Milena Castigli: