Nuova ordinanza in arrivo per il Veneto, pronto a varare una restrizione per cancellare le immagini degli assembramenti viste lo scorso weekend. Il provvedimento è atteso per domani, come annunciato dal governatore Luca Zaia, “e parlerà di assembramenti e di regole a chi non se le è fatte ancora entrare in testa”. Prima delle nuove disposizioni, che mireranno soprattutto ai luoghi di ritrovo e di passaggio quotidiani, Zaia incontrerà in videoconferenza i governatori di Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, Stefano Bonaccini e Massimiliano Fedriga. “Ieri abbiamo avuto l’incontro con tutti i sindaci dei comuni capoluogo e tutti si sono detti estremamente preoccupati per la situazione. Tutti hanno detto si faccia quel che è necessario con grande spirito di squadra”. Il che si tradurrà in tre ordinanze, che “saranno diverse ma in linea come principio”.
Zaia: “Ordinanza necessaria”
La mossa del Veneto sarà innanzitutto volta a scongiurare ulteriori occasioni di contagio tramite assembramento. E Zaia lo ribadisce, spiegando che “l’ordinanza non ci è stata chiesta da nessuno. Non abbiamo una spada di Damocle sulla testa per evitare di passare di fascia. Ma l’ordinanza è necessaria di fronte alle scene viste nello scorso fine settimana. Piazze dei centri storici piene di gente”. Un provvedimento che, secondo il governatore, diventa necessario anche al fine di non sovraccaricare un sistema ospedaliero già al limite. “Abbiamo ricoveri che pesano, stiamo riaprendo in continuazione reparti per ricoverare i pazienti. Siamo nella fase di turbolenza: con 1.772 ricoverati siamo al livello raggiunto il 30 marzo, come terapie intensive siamo al 19 marzo”. Un provvedimento che, in sostanza, verrà adottato come prevenzione rispetto agli scenari che gli esperti ritengono quelli potenzialmente più rischiosi in termini di contagi.
Lettera di minacce
Nel frattempo, anche il governatore del Veneto fa sapere di aver ricevuto una lettera di minacce da parte delle sedicenti Nuove Brigate Rosse. Non è il primo caso in Italia, visti i plichi recapitati ad altri governatori e alla sede nazionale del Partito democratico nei giorni scorsi. Missive sulle quali indaga la Digos ma che, agli inquirenti, hanno suscitato più di qualche perplessità circa la loro riconducibilità al gruppo eversivo. “Certo, il clima è pesante – ha commentato Zaia – di minacce poi se ne ricevono molte, sempre, e molte vengono derubricate, ma quando ne ricevi una con la carta intestata dalle Br ti viene da riflettere”.