Il vaiolo delle scimmie si può prendere con un…tatuaggio. E’ l’ipotesi che arriva dall’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine che evidenzia i tatuaggi come una nuova possibile modalità di trasmissione dell’infezione.
Sulle pagine della rivista Internal and Emergency Medicine, i ricercatori hanno descritto il caso di un trentanovenne positivo al vaiolo delle scimmie. Il paziente aveva fatto un tatuaggio in Spagna 7 giorni prima della comparsa dei sintomi. Le prime lesioni tipiche della malattia sono comparse proprio nell’area tatuata.
Serve “una rinnovata attenzione alle attività che comportano contatti stretti, come i negozi di tatuaggi; occorre prestare particolare attenzione alla sterilizzazione degli strumenti e dell’inchiostro per ridurre al minimo la trasmissione di agenti infettivi”, scrivono gli autori dello studio.
Solo ieri era uscito uno studio secondo cui i sanitari hanno bassissima possibilità di prendere il vaiolo delle scimmie dai pazienti infetti, anche quando non usano mascherine e guanti protettivi.
Vaiolo delle scimmie, OMS: “In calo i contagi”
Continua a rallentare l’epidemia di vaiolo delle scimmie: secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nella settimana tra il 12 e il 18 settembre si sono verificati 3.794 contagi nel mondo, il 22% in meno rispetto alla settimana precedente, quando si erano registrati 4.863 casi. Complessivamente, è giunta a 61.753 la conta dei casi confermati, a cui se ne aggiungono 533 classificati come probabili.
Sono invece 23 i decessi, uno in più rispetto alla settimana scorsa, verificatosi in Sudan. Gli Stati Uniti rappresentano ancora il Paese maggiormente colpito, con più di un terzo dei casi globali (22.957), ma nell’ultima settimana si è registrata una riduzione dei nuovi casi del 32,5%; seguono Spagna (7.037), Brasile (6.649), Francia (3.898), Germania (3.563), Regno Unito (3.552), Perù (2.054), Canada (1.363), Colombia (1.260), Paesi Bassi (1.209).
Dall’ultimo rapporto dell’Oms non emergono cambiamenti nel profilo dei pazienti: la gran parte (il 97,4%) continua a essere di sesso maschile, con un età mediana di 35 anni e, nei casi in cui è noto l’orientamento sessuale, il 90,9% si dichiara uomo che ha rapporti sessuali con altri uomini.
I casi in Italia
Secondo l’ultimo bollettino reso noto dal ministero della Salute, al 20 settembre, i casi confermati sono in aumento e sono 837, con un incremento di 9 casi rispetto all’ultima rilevazione. Con 826 contagi, gli uomini sono ancora i più colpiti, mentre il numero delle donne affette da Monkeypox resta invariato: 11. I casi collegati a viaggi all’estero sono 232, mentre l’età mediana in anni è pari a 37 (in un range compreso tra 14 e 71).
Con 347 contagi, la Lombardia è la regione maggiormente colpita. Seguono il Lazio, con 145 casi, e l’Emilia Romagna, 84: Vento, 59; Toscana, 45; Campania, 40. Piemonte, 31; Puglia 21; Liguria 18; FVG 14. Non si registrano casi di vaiolo delle scimmie, invece, in Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta.