“Io sarò in Parlamento il 2 dicembre per presentare il piano strategico dei vaccini che stiamo costruendo”. Lo annuncia il ministro della Salute, Roberto Speranza, che all’inizio del prossimo mese illustrerà al Paese quale piano adotterà l’Italia per la ventura campagna vaccinale anti-Covid. “L’Italia ha iniziato a lavorare dal mese di maggio per promuovere un’iniziativa europea nel campo dei vaccini. E’ stato il primo motore dell’iniziativa della Commissione europea che ha iniziato a costruire contatti con le aziende farmaceutiche che stanno sviluppando vaccini“. Il ministro si dice convinto che la battaglia contro il coronavirus può essere vinta: “Dobbiamo resistere ancora per alcuni mesi, ma Covid verrà sconfitto grazie alla ricerca scientifica”.
Sanità e bilancio
Intervenendo all’incontro online “La sanità futura tra innovazione e ricerca“, organizzato da Rcs Academy, Speranza (che ieri ha rinnovato le fasce di rischio per alcune regioni) torna anche sul tema della spesa sanitaria: “Abbiamo presentato al Parlamento, sia alla Camera che al Senato, un piano che potrà essere finanziato con tutte le leve di cui disponiamo, con il Bilancio dello Stato, il Recovery fund e il Mes, che per me è uno strumento a cui bisogna guardare con assoluta serenità. Bisogna chiudere con la stagione dei tagli e aprire una nuova grande stagione di investimenti”. Recovery che, dopo l’intervento di Ursula von der Leyen sulla situazione dell’Italia, sarà oggetto di un’audizione in Parlamento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Speranza: “Non abbassare la guardia”
Ribadendo la sua totale fiducia “nelle aziende regolatorie preposte a garantire la sicurezza dei vaccini”, Speranza precisa che “non possiamo permetterci un’altra ondata all’inizio del 2021. Per questo deve rimanere la massima prudenza”. A questo proposito, il ministro spiega come “la situazione è ancora molto seria con una pressione ancora significativa sul Servizio sanitario nazionale. La circolazione del virus è ancora alta e quindi non possiamo abbassare la guardia”. I segnali incoraggianti comunque ci sono, “con l’Rt sceso da 1,7 a 1,4, 1,18 nella scorsa settimana. Ed è possibile che in questa settimana ci sia ancora un numero più basso”. L’Rt più basso, spiega Speranza, “si traduce in una situazione più incoraggiante anche per accessi ai pronto soccorso e posti letto occupati in area medica e terapia intensiva, dove si inizia a segnalare un primo elemento di controtendenza”.