Un’efficacia del 94,1% per il candidato vaccino di Moderna, addirittura del 100% nei casi più gravi di Covid-19. Lo ha comunicato la stessa azienda statunitense, che ha fatto sapere di essere in procinto di inoltrare richiesta sia per il mercato americano che per quello europeo. Un’eventuale autorizzazione da parte dell’autorità statunitense, per ora, riguarderebbe solo i casi di emergenza. Quella dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, sarebbe invece un’autorizzazione condizionata. A ogni modo, almeno nel primo caso, le prime informazioni attendibili dovrebbero arrivare dopo il 17 dicembre, quando il comitato vaccini degli Stati Uniti si riunirà per analizzare i dati arrivati dai test di fase 3. Una volta arrivata l’autorizzazione, si potrà procedere con il vaccino per usa di emergenza.
L’analisi di Moderna
I test della terza fase di sperimentazione hanno riguardato 196 persone, fra le quali 33 superavano i 65 anni di età, mentre altri 42 erano volontari appartenenti a minoranze. Nessuna reazione imprevista sembra essere emersa nel corso della ricerca, se non sintomi quali dolori articolari, dolore nel punto dell’iniezione, mal di testa e affaticamento muscolare. Reazioni che aumentavano dopo la seconda dose. A ora, è in corso la revisione dei dati trasmessi alle autorità vaccinali. La stessa Moderna ha fatto sapere che presenterà i dati dello studio in una pubblicazione che verrà anch’essa sottoposta a revisione.
La fase dei test
L’azienda americana è comunque ottimista riguardo il proprio candidato vaccino, prevedendo la disponibilità di almeno 20 milioni di dosi entro l’anno. Nel 2021, invece, le dosi dovrebbero diventare tra le 500 milioni e il miliardo. Per quanto riguarda l’efficacia, è stata ritenuta costante per sesso, età e appartenenza etnica. Sui 196 casi di Covid presi in esame, 185 sono stati osservati nel gruppo di volontari trattati con placebo. Di contro gli 11 osservati invece nel gruppo vaccinato con mRNA-1273. Da qui, la stima dell’efficacia del vaccino al 94,1%. I casi severi, 30 in tutto, sono stati tutti osservati nel gruppo trattato con placebo, non in quello vaccinato.