Usa, via la croce confederata dalla bandiera del Mississippi

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Solo una bandiera sventolava ancora mostrando il vessillo di quella che fu la Confederazione del Sud. Da qualche ora, il simbolo degli Stati del Sud, e con lui i suoi riferimenti allo schiavismo e agli anni fratricidi della Guerra di Secessione americana, non campeggia più su alcuno stendardo ufficiale. Perlomeno in attesa che venga modificato. La legge adottata domenica dallo Stato del Mississippi, ultimo degli Usa a riportare ancora sulla propria bandiera la croce di San Giorgio blu su campo rosso dei Confederati, ha rimosso definitivamente quel riferimento. Toccherà ora a una commissione composta da nove membri realizzarne una nuova, che riporti la frase “In God We Trust”. Il nuovo progetto dovrà essere comunque approvato, con il rischio (possibile) che per un po’ lo Stato resti senza bandiera.

La scelta del Mississippi

Un altro effetto della protesta scatenata dalla morte di George Floyd a Minneapolis. Il Mississippi era l’unico Stato Usa a non aver ancora rinunciato all’emblema delle divise grige addirittura dal 2003, quando la Georgia aveva deciso di modificare la propria bandiera eliminando il palese richiamo alla croce confederata e alle sue 13 stelle bianche, con tutto il suo carico simbolico annesso. Una decisione in qualche modo attesa vista l’ondata polemica che ha travolto l’opinione pubblica, rispolverando connotati razziali che per molti esponenti della società americana sembrano non essersene mai andati del tutto. Una modifica che, come sottolineato da alcuni esponenti politici, non cambia la storia ma costituisce un’importante presa di coscienza.

Un’eredità storica

Non è un tema nuovo. Già nel 2001, un paio d’anni prima dalla decisione della Georgia, il Mississippi provò a dare una sterzata alla permanenza dei simboli confederati. Un referendum che, a ogni modo, vide la quasi totalità dei cittadini esprimersi a favore della bandiera originaria. Non tanto per la sua valenza simbolica, quanto per l’eredità storica dello Stato rappresentato dalla bandiera. Una decisione che, peraltro, arriva nel giorno in cui comparirà in tribunale l’agente accusato dell’omicidio di George Floyd.

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