Trentaquattro donne in California hanno presentato una denuncia contro Pornhub – sito di video porno – e la societĆ MindGeek accusandoli di aver pubblicato video nei quali loro subiscono stupri e abusi sessuali, in alcuni casi quando erano ancora minorenni.
Video caricati senza consenso
Nelle denuncia gli avvocati delle donne sottolineano che l’obiettivo “non ĆØ la pornografia” ma “una classica impresa criminale” il cui modello di business si basa sullo sfruttamento a scopo di lucro di contenuti sessuali non consensuali e, nel caso delle quattordici che erano minorenni all’epoca delle violenze, “di traffico sessuale di minori”.
Tutte accusano Pornhub di aver approfittato di video caricati a loro insaputa e quindi senza il loro consenso – spesso da ex fidanzati o molestatori – e chiedono il risarcimento del danno subito.
La storia della “Brunetta di 13 anni”
Serena Fleites, l’unica delle donne che non ĆØ voluta restare anonima ed ha parlato con i media, ha raccontato di aver scoperto nel 2014 della pubblicazione su Pornhub di un video “sessualmente esplicito” che il suo ragazzo l’aveva costretta a girare quando aveva solo 13 anni.
E – scrive Ansa – nonostante il nome fosse esplicito, “Brunetta di 13 anni“, il filmato ĆØ rimasto online fino a quando l’adolescente, fingendosi sua madre, ha chiesto al sito di rimuoverlo. L’operazione ha richiesto diverse settimane e durante quel lasso di tempo, il video ĆØ rimasto visibile, ha denunciato.
Secondo gli avvocati delle donne, la societĆ MindGeek possiede piĆ¹ di cento siti pornografici e case di produzione specializzate, tra cui Pornhub, RedTube, Tube8 e YouPorn per un totale di 3,5 miliardi di visite al mese.
La societĆ ha bollato le accuse definendole “totalmente assurde” e “categoricamente false”. Ma giĆ l’anno scorso Pornhub era giĆ finito nella bufera dopo la pubblicazione di un articolo del New York Times che lo accusava di pubblicare video pedopornografici e filmati di stupri.