Per un Paese che ha previsto nella propria Costituzione il diritto di ogni cittadino a possedere un’arma quella messa in atto da Barack Obama è una vera e propria rivoluzione. Il presidente Usa ha, infatti, deciso di mettere al bando gli armamenti pesanti fino a oggi in dotazione alla polizia. Si tratta di fucili ad alta potenza, mimetiche e mezzi corazzati. Equipaggiamenti e veicoli che normalmente spettano ai militari ma che negli Stati Uniti sono troppo spesso messi a disposizione delle forze dell’ordine cittadine. Obama non ha avuto paura di sfidare non solo una serie di regole sedimentate nel tempo ma anche una mentalità comune a tanti cittadini americani, smentendo l’equazione più armi uguale più sicurezza. I fattacci di Ferguson, New York, Wisconsin e North Carolina – giusto per citare quelli più gravi – dimostrano esattamente l’opposto: pistole e fucili servono sì a prevenire e reprimere il crimine ma dotare la polizia locale (cioè deputata a garantire l’ordine pubblico delle città) di armamenti ad ampia capacità di fuoco comporta il rischio sostanziale “di un cattivo utilizzo o di uso eccessivo”, come ha sottolineato la task force creata per affrontare la questione.
La decisione è stata adotta dalla Casa Bianca in concomitanza con la visita del presidente a Camden, in New Jersey, una delle città più povere e violente d’America. Mr President ha, dunque, ingranato la retromarcia rispetto ai suoi intendimenti iniziali, che erano quelli di mantenere i programmi per la fornitura di questi equipaggiamenti, considerati utili per garantire il rispetto della legge. Il Dipartimento della Giustizia aveva già formulato delle raccomandazioni su come ridurre le dotazioni di armi dei poliziotti locali. Da oggi si passa a livello operativo: il governo federale non potrà più fornire veicoli corazzati, armi ad alta potenza e mimetiche ai singoli distretti cittadini. Inoltre, per altri tipi di equipaggiamenti, come veicoli e scudi antisommossa, i reparti delle forze dell’ordine dovranno giustificarne l’utilizzo.
La polemica era iniziata lo scorso agosto durante gli scontri tra agenti e manifestanti susseguiti all’omicidio da parte di un agente del giovane afroamericano Micheal Brown. In quell’occasione le forze dell’ordine locali utilizzarono anche gas lacrimogeni e granate stordenti e vennero coperte da auto blindate e da un elicottero: uno spiegamento di mezzi giudicato eccessivo per una, sia pur esagitata, mobilitazione cittadina.
Il caso arrivò subito ai piani alti dell’Amministrazione americana che decise di riesaminare una legge, risalente al 1990, la quale promuoveva il trasferimento di armamenti e beni di natura militare in eccedenza ai distretti di polizia territoriale. La norma era stata coniata per rispondere alla minaccia dei narcotrafficanti, spesso organizzati come gruppi paramilitari. In tutto, secondo il Dipartimento della Difesa, in 25 anni le polizie locali hanno speso 4 miliardi di dollari per assicurarsi queste scorte nelle quali rientrano, fra le altre cose: veicoli a trazione integrale (camioncini, blazer, ambulanze e mezzi corazzati da trasporto truppe), blindati utilizzati dagli Swat, caschi e giubbotti, stivali, binocoli, radio e videocamere. Un equipaggiamento da marine piuttosto che da poliziotti cui vanno aggiunte armi da fuoco particolarmente potenti e i lacrimogeni, gas vietati in guerra ma ancora usati negli scontri di piazza. Su tutti questi strumenti di offesa calerà l’accetta di Obama mentre saranno risparmiati pistole, fucili d’ordinanza e teaser.