La Corte suprema degli Stati Uniti, la più alta magistratura federale del Paese, ha abolito la storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa. Ora i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. Una bozza trapelata nelle scorse settimane (redatta dal giudice Samuel Alito, risalente a febbraio e confermata poi come autentica dalla corte) aveva indicato che la maggioranza dei giudici erano favorevoli a ribaltare la sentenza di 49 anni fa.
La decisione
“La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto“,si legge nella sentenza della Corte Suprema che abolisce la Roe v. Wade, scrive Ansa. La decisione è stata presa da una Corte divisa, con sei voti a favore e tre contrari nel caso “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization”, in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi, che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata l’unica clinica rimasta nello Stato ad offrire l’aborto. “L’aborto presenta una profonda questione morale. La Costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto”, scrivono i giudici. “Tristemente”, molte donne “hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo”, affermano i giudici liberal della Corte Suprema Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer, che hanno votato contro.
Il giudice capo
Per il giudice capo della Corte Suprema John Roberts, che oggi ha votato con la maggioranza contro l’aborto, i cinque conservatori della Corte hanno esagerato nella decisione di cancellare con un colpo di spugna la sentenza “Roe contro Wade”. “La decisione ha dato un grave scossone al sistema legale. Una sentenza più limitata sarebbe stata meno sconvolgente”, ha scritto Roberts, allineandosi alla posizione della maggioranza ma volendo esprimere i suoi distinguo. Il giudice capo avrebbe preferito limitarsi alla convalida del caso in esame, la legge del Mississippi che vieta l’aborto dopo 15 settimane, ma la sua posizione moderata si è scontrata con quella di Samuel Alito, che ha scritto il tranciante parere di maggioranza, e Clarence Thomas, a cui si sono uniti i tre giudici di nomina trumpiana, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett.
La situazione
Su 50 Stati, 26, tra cui Texas e Oklahoma, hanno leggi più restrittive in materia di interruzione volontaria di gravidanza, mentre nove hanno dei limiti sull’aborto che precedono la sentenza Roe v. Wade, e che non sono ancora stati applicati ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti “divieti dormienti” che dovrebbero entrare immediatamente in vigore.
13 Stati
Il divieto di aborto è atteso entrare in vigore in 13 stati americani nei prossimi 30 giorni. Si tratta di stati repubblicani che hanno approvato leggi stringenti sull’aborto legandole all’attesa decisione della Corte Suprema sulle Roe v. Wade. Ora che la decisione è arrivata, questi possono vietare l’aborto in 30 giorni, eccetto nei casi in cui la vita della madre è in pericolo. Diversi Stati americani hanno già annunciato misure per vietare l’aborto nelle loro giurisdizioni, in seguito alla decisione della Corte Suprema. Oltre al Missouri, che ha annunciato che il conservatore Stato centrale degli Usa diventerà il “primo” a vietare l’aborto, anche il governatore repubblicano del South Dakota, Kristi Noem, ha annunciato che l’aborto è ora illegale nello Stato settentrionale, in base a una legge che era stata redatta in anticipo per entrare in vigore automaticamente in caso di cambiamento dei precedenti della Corte Suprema. La legge specifica che, con effetto immediato, tutti gli aborti sono illegali nel South Dakota “a meno che un giudizio medico ragionevole e appropriato indichi che l’aborto è necessario per preservare la vita della donna incinta”, si legge nella dichiarazione. Poco dopo, il governatore repubblicano dell’Indiana ha annunciato che avrebbe convocato una sessione legislativa per approvare al più presto il divieto di aborto. “La decisione della Corte Suprema è chiara e spetta ora agli Stati affrontare questa importante questione. Lo faremo il prima possibile in Indiana”, ha dichiarato il governatore Eric Holcomb su Twitter, aggiungendo di aver convocato l’assemblea generale dello Stato per il 6 luglio. “Abbiamo l’opportunità di fare progressi nella protezione della sacralità della vita, ed è esattamente quello che faremo”, ha dichiarato Holcomb.
Biden: “Un tragico errore”
“Oggi è un giorno triste per la Corte suprema e il Paese”: ha detto il presidente americano Joe Biden, che poi ha esortato gli attivisti a favore del diritto d’aborto a “mantenere pacifiche tutte le proteste”, dopo che la Corte suprema ha abolito la storica sentenza ‘Roe v. Wade” sull’interruzione di gravidanza. Decisione che Biden definisce “un tragico errore“, frutto di una “ideologia estrema”, e ha ammonito che ora “sono a rischio la salute e la vite delle donne nel Paese. “La Corte suprema Usa ha portato via un diritto costituzionale“, ha detto ancora. Il presidente ha lanciato un appello a Capitol Hill per ripristinare la sentenza ‘Roe v. Wade’ sul diritto all’aborto come legge federale, dopo che la Corte suprema Usa l’ha abolita. “Ora la palla passa al Congresso”, ha detto. Il diritto all’aborto e le libertà personali sono in gioco “sulla scheda elettorale” nelle prossime elezioni di Midterm, ha proseguito Biden, invitando gli elettori a mobilitarsi al voto di novembre per eleggere rappresentanti che possano difendere il diritto all’interruzione della gravidanza e le altre libertà individuali. Con l’abolizione della storica sentenza, gli Usa diventano “una eccezione nel mondo”, ha detto ancora Biden.
Pence: “La vita ha vinto”
“La vita ha vinto”, commenta così la decisione della Corte Suprema l’ex vicepresidente americano Mike Pence.
Pelosi
L’aborto è “stato un diritto per 50 anni”: la decisione della Corte Suprema è un “insulto” per le donne, ha afferma la Speaker della Camera Nancy Pelosi, assicurando che i democratici continueranno a battersi per le donne e per i diritti. “Una Corte Suprema radicale sta strappando i diritti degli americani e mettendo a rischio la salute”, afferma Pelosi evidentemente scossa. La Speaker della Camera parla di “contraddizione” nella Corte Suprema: “Sulle armi hanno detto che gli Stati non possono decidere, sull’aborto rimandano invece alle autorità statali”, spiega riferendosi alla decisione di ieri che amplia di diritti alle armi, la quale stabiliva che le restrizioni sul porto di fucili e pistole fuori casa a New York erano illegali.