“Più di 150 milioni di persone hanno votato, perché la democrazia è l’essenza della nostra nazione”. Torna a parlare il candidato democratico, Joe Biden, all’indomani di un Election day che richiederà ancora del tempo per assegnare lo Studio ovale a uno dei candidati. “E’ chiaro che stiamo vincendo in un numero sufficiente di Stati per raggiungere quota 270 (di grandi elettori, ndr). Non sono qui per annunciare la mia vittoria, ma per dire che tutti i voti devono essere contati”. Quota 270 che, a ogni modo, per Biden è decisamente a portata di mano: 264 per l’ex vicepresidente, il che significa che basterebbe la vittoria in Nevada per aggiudicarsi la Casa Bianca.
Biden e Parigi
Intanto, con la Georgia che annuncerà il candidato vincente nelle prossime ore (dove il margine fra i candidati è ancora sottile), Biden parla già da presidente. Andando peraltro a toccare un tasto estremamente sensibile come le politiche ambientali, nel giorno in cui gli Stati Uniti si sfilano ufficialmente dagli Accordi di Parigi: “Oggi l’amministrazione Trump ha ufficialmente abbandonato l’accordo di Parigi sul clima – twitta il dem -. Ed esattamente in 77 giorni una amministrazione Biden vi rientrerà“. Tutto mentre i legali di Trump annunciano un ricorso anche nella stessa Georgia per bloccare il conteggio dei voti (terzo Stato a ricevere tale richiesta). A ogni modo, secondo Trump ormai il danno è fatto: “I nostri avvocati hanno chiesto un ‘accesso significativo’, ma a cosa serve? Il danno è già fatto all’integrità del nostro sistema e alla stessa elezione presidenziale. Questo è ciò che dovrebbe essere discusso”.
Dem, persi cinque seggi fra i Rappresentanti
L’attesa “onda blu”, nel frattempo, rischia di non concretizzarsi nemmeno nei posti finora ritenuti sicuri. Il Senato sembra destinato a restare in mano repubblicana, mentre la Camera dei Rappresentanti perde cinque seggi democratici nelle ultime ore. A determinare il nuovo quadro, la caduta in rapida successione di cinque candidati in distretti rurali e suburbani storicamente più conservatori in Oklahoma, South Carolina, New Mexico e Florida. Per i dem, al momento, i seggi assegnati sono 204, mentre i repubblicani ne hanno 188.