Negli Stati Uniti ĆØ iniziata la lunga maratona che porterĆ all’elezione del 45esimo presidente. A contendersi lo Studio Ovale della Casa Bianca sono Donald Trump (partito repubblicano) e Hillary Clinton (democratici). Dalle urne uscirĆ o la prima donna presidente degli Stati Uniti, che si pone in continuitĆ con Barack Obama, o un Commander in Chief che promette un cambiamento di rotta netto, visto come un faro dai populisti d’Europa. L’aria che si respira per tutta la giornata elettorale ĆØ quella di una ex first lady favorita, nonostante un vantaggio minimo nei sondaggi, soprattutto in molti degli stati in bilico, almeno quindici.
Primi risultati
I primi spogli vedono Trump in vantaggio in Kentucky, con il 75% delle preferenze Indiana e New Hampshire. Mentre i primi due erano giĆ stati assegnati a Trump dai sondaggi, ilĀ terzo appartiene alla lista degli “Swing States“, considerati in bilico tra i due contendenti e quindi importanti per l’acquisizione di delegati decisivi per il risultato finale. Il numero esiguo di schede scrutinate (siamo intorno all’1%) non escludono perĆ² una rimonta di Clinton.
Clinton favorita
L’ex First Lady ĆØ agevolata dalla conta dei grandi elettori. Donald Trump lo sa bene. E se negli appelli finali della campagna elettorale ha continuato a pronosticare una sua vittoria “senza precedenti”, “meglio della Brexit“, nel giorno del voto parla di “sondaggi truccati”. E su Twitter lancia l’ennesimo appello agli elettori: “Non mollate, andare a votare. Le elezioni non sono ancora finite”. Poi torna ad agitare lo spettro del voto contestato. “Vedremo quello che succede…”, risponde ai giornalisti che al seggio – dove si ĆØ recato con la moglie Melania e la figlia Ivanka – gli chiedono se accetterĆ un’eventuale vittoria di Clinton. A rendere piĆ¹ esplicita la minaccia ĆØ Donald Trump junior: “La mia famiglia rispetterĆ solo il voto di un’elezione giusta”. A ciĆ² si aggiungono i sospetti di possibili brogli paventati dall’entourage del tycoon. I suoi legali hanno fatto causa in Nevada denunciando come alcuni seggi sono rimasti aperti oltre l’orario previsto per favorire i democratici durante le operazioni del voto anticipato. Ma il giudice ha respintoĀ il ricorso.
Le zone decisive
Intanto si registrano malfunzionamenti delle urne elettroniche nei seggi di alcuni Stati, mentre in Colorado l’intero sistema ĆØ andato in tilt. Gli occhi di tutti sono puntati essenzialmente su due aree la “Sun Belt“, che comprende stati come la Florida, il Colorado e il Nevada, dove Clinton tenta il colpo del ko, e la “Rust Belt“, con Stati come la Pennsylvania, il Michigan e l’Ohio su cui Trump punta moltissimo cercando di strappare voti all’avversaria. Ma per quest’ultima vincere in uno degli Stati tra Florida, Pennsylvania e Ohio potrebbe significare aprire la breccia che la porta dritta alla Casa Bianca.
Sparatoria in California
L’Election Day ĆØ stato turbato dall’ennesima vicenda di cronaca.Colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi nei pressi di un seggio elettorale ad Azusa, in California. Almeno una persona ĆØ morta e tre sono rimaste ferite. Secondo le prime ricostruzioni un uomo avrebbe aperto il fuoco contro alcuni agenti. La polizia ha bloccato l’intera zona per dare la caccia al responsabile.