“Pace a tutti gli uomini, soprattutto quelli che vivono la guerra”. In tutto il mondo “tacciano le armi”, strumenti di violenza e di morte. Papa Francesco, affacciandosi dalla Loggia centrale della basilica vaticana per il tradizionale messaggio “Urbi et Orbi” del giorno di Natale, invoca il dono della pace. Alle migliaia di pellegrini, provenienti da ogni parte del globo, che affollano piazza San Pietro, nella benedizione “Alla cittĆ e al Mondo”, Bergoglio sottolinea la bellezza del mistero che la Chiesa rivive in questo giorno di festa: “Riviviamo lo stupore della Vergine Maria, di san Giuseppe e dei pastori di Betlemme contemplando il Bambino che ĆØ nato e che giace in una mangiatoia: GesĆ¹, il Salvatore. In questo giorno pieno di luce – prosegue -, risuona lāannuncio profetico“, quello di Isaia che al Figlio di Dio da l’appellativo di “Principe della pace“.
Eppure, anche se ĆØ un “principe”, “il potere di questo Bambino – ricorda il Pontefice -non ĆØ il potere di questo mondo, basato sulla forza e sulla ricchezza”, bensƬ “ĆØ il potere dellāamore“, lo stesso “potere che ha creato il cielo e la terra, che attrae lāuomo e la donna e faā di loro una sola carne, che rigenera la vita, che perdona le colpe, riconcilia i nemici, trasforma il male in bene”.
Questo, prosegue il Papa, “il potere di Dio”, l’amore, lo stesso amore che “ha portato GesĆ¹ Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsi uomo” fino Ā “a dare la vita sulla croce e a risorgere dai morti. Eā il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace”. Ć per questo che la venuta di Cristo “ĆØ accompagnata dal canto degli angeli che annunciano: ‘Gloria a Dio nel piĆ¹ alto dei cieli eĀ sulla terra pace agli uomini, che egli ama”. Quel canto risuona anche oggi in ogni angolo terra, percorre tutto il pianeta per “raggiungere tutti i popoli, specialmente quelli feriti dalla guerra e da aspri conflitti e che sentono piĆ¹ forte il desiderio della pace“.
Il pensiero del Pontefice va al Medio Oriente: “Pace agli uomini e alle donne nella martoriata Siria, dove troppo sangue ĆØ stato sparso – sottolinea Bergoglio -. Soprattutto nella cittĆ di Aleppo, teatro nelle ultime settimane di una delle battaglie piĆ¹ atroci, ĆØ quanto mai urgente che si garantiscano assistenza e conforto alla stremata popolazione civile, rispettando il diritto umanitario. Ć tempo che le armi tacciano definitivamente e la comunitĆ internazionale si adoperi attivamente perchĆ© si raggiunga una soluzione negoziale e si ristabilisca la convivenza civile nel Paese”.
“Pace alle donne e agli uomini dellāamata Terra Santa – prosegue – scelta e prediletta da Dio. Israeliani e Palestinesi abbiano il coraggio e la determinazione di scrivere una nuova pagina della storia, in cui odio e vendetta cedano il posto alla volontĆ di costruire insieme un futuro di reciproca comprensione e armonia“. Quindi un appello all’unitĆ : “Possano ritrovare concordia lāIraq, la Libia e lo Yemen, dove le popolazioni patiscono la guerra ed efferate azioni terroristiche”.
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Bergoglio si rivolge poi al continente africano, martoriato da guerre civili e terrorismo: “Pace agli uomini e alle donne in varie regioni dellāAfrica, particolarmente in Nigeria, dove il terrorismo fondamentalista sfrutta anche i bambini per perpetrare orrore e morte. Pace nel Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo, perchĆ© si risanino le divisioni e tutte le persone di buona volontĆ si adoperino per intraprendere un cammino di sviluppo e di condivisione, preferendo la cultura del dialogo alla logica dello scontro”.
Non dimentica l’Europa dell’est: “Pace alle donne e agli uomini che tuttora subiscono le conseguenze del conflitto nellāUcraina orientale, dove ĆØ urgente una comune volontĆ nel recare sollievo alla popolazione e dare attuazione agli impegni assunti”.
Un pensiero, poi, all’America Latina, sua terra natale: “Concordia invochiamo per il caro popolo colombiano, che ambisce a compiere un nuovo e coraggioso cammino di dialogo e di riconciliazione. Tale coraggio animi anche lāamato Venezuela nellāintraprendere i passi necessari per porre fine alle attuali tensioni ed edificare insieme un avvenire di speranza per tutta la popolazione”.
Nelle parole del Papa c’ĆØ spazio anche per l’Asia: “Pace a quanti, in diverse zone, stanno affrontando sofferenze a causa di costanti pericoli e persistenti ingiustizie. Possa il Myanmar consolidare gli sforzi per favorire la pacifica convivenza e, con lāaiuto della comunitĆ internazionale, prestare la necessaria protezione e assistenza umanitaria a quanti ne hanno grave e urgente necessitĆ . Possa la penisola coreana vedere superate le tensioni che lāattraversano in un rinnovato spirito di collaborazione“.
Nel giorno in cui “nasce la vita”, Bergoglio, ancora una volta, condanna il terrorismo: “Pace a chi ha perso una persona cara a causa di efferati atti di terrorismo, che hanno seminato paura e morte nel cuore di tanti Paesi e cittĆ “. A quanti sono vittime di violenza, Francesco invoca una “pace Ā non a parole, ma fattiva e concreta”, da estendere “ai nostri fratelli e sorelle abbandonati ed esclusi, a quelli che soffrono la fame. Pace ai profughi, ai migranti e ai rifugiati, a quanti oggi sono oggetto della tratta delle persone“.
Bergoglio non dimentica, poi, tutti quei popoli “che soffrono per le ambizioni economiche di pochi e lāavida ingordigia del dio denaro che porta alla schiavitĆ¹. Pace a chi ĆØ segnato dal disagio sociale ed economico e a chi patisce le conseguenze dei terremoti o di altre catastrofi naturali”. Nel giorno di Natale, in cui Dio si fa bambino, Papa Francesco invoca la pace sui “bambini, soprattutto quelli privati delle gioie dellāinfanzia a causa della fame, delle guerre e dellāegoismo degli adulti”.
“Pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontĆ , che ogni giorno lavorano, con
discrezione e pazienza, in famiglia e nella societĆ per costruire un mondo piĆ¹ umano e piĆ¹ giusto – conclude -, sostenuti dalla convinzione che solo con la pace cāĆØ la possibilitĆ di un futuro piĆ¹ prospero per tutti”. Cristo ĆØ il “Principe della pace, accogliamolo!”.
Al termine della benedizione, l’augurio del Pontefice si collega a quanto affermato dallo stesso Bergoglio durante la Messa della Notte, celebrata nella tarda serata di ieri: “In questo giorno di gioia siamo tutti chiamati a contemplare il Bambino GesĆ¹, che ridona la speranza ad ogni uomo sulla faccia della terra. Con la sua grazia, diamo voce corpo a questa speranza, testimoniando la solidarietĆ e la pace. Buon Natale a tutti!”.