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Udine, uomo in bici perde la vita nello scontro con un camion

La vittima, un 54enne di nazionalità pachistana, stava andando in bicicletta da San Marco di Mereto di Tomba a trovare i genitori a Udine

Un uomo di 54 anni di origine pachistana è morto dopo lo scontro con un camion su una strada provinciale mentre andava in bici da San Marco di Mereto di Tomba, in provincia di Udine, a Udine a trovare i genitori. Da inizio anno sono almeno 120 le persone che, andando in bici per strada, sono morte nell’immediatezza di incidenti stradali, in base ai numeri dell’Osservatorio Associazione sostenitori e amici della polizia stradale (Asaps), che rielabora dati Aci-Istat.

L’incidente

Un ciclista morto ogni due giorni. Oggi è stata la volta di un immigrato pachistano scontratosi con un camion su una strada provinciale di San Marco di Mereto di Tomba (Udine). Inizialmente si era parlato di un giovane, poi si è chiarito che si trattava di un uomo di 54 anni, residente da tempo a San Marco, che, partito all’alba da casa, andava a trovare in bici i genitori a Udine. La dinamica dell’incidente è ancora da chiarire nel dettaglio da carabinieri ma resta il fatto che l’uomo è stato sbalzato dalla sella e ha fatto un volo di dieci metri finendo in un fossato. I soccorsi non hanno potuto fare altro che constatare la morte. Quello di un morto ogni due giorni è un dato reso noto da Mauro Berruto, deputato del Partito democratico e responsabile Sport della segreteria nazionale del Pd, ricavato dai dati delle Associazioni sostenitori e amici della polizia stradale, e che ha presentato una proposta di legge per tentare di porre rimedio alla strage di ciclisti sulle strade.

Le vittime

Secondo l’International Transport Forum, l’Italia è il Paese con il più alto tasso di mortalità per chilometro pedalato e nel codice della strada nazionale è assente una indicazione della distanza minima da far rispettare agli automobilisti che sorpassano i ciclisti. Quella dei ciclisti uccisi in incidenti stradali in Italia è una strage. Secondo una statistica approssimativa, sono almeno 120 – tra cui almeno sei minorenni – le persone che da inizio anno, andando in bici in strada, sono morte nell’immediatezza di incidenti stradali. Una cifra calcolata sulla scorta dei numeri dell’Osservatorio Associazione sostenitori e amici della polizia stradale (Asaps), che rielabora dati Aci-Istat e che non tiene conto dei decessi avvenuti a distanza di giorni o settimane negli ospedali dopo il ricovero in seguito all’incidente. Auto, camion hanno falcidiati Mohanad, detto Momo, il bambino che in agosto a Milano fu investito da un pirata della strada, poi arrestato, mentre tornava a casa in bicicletta; a novembre sempre a Milano sarebbe stata la volta di un ragazzo di 14 anni travolto da un tram. A Porcia (Pordenone) a fine agosto una soldatessa americana della base Usaf di Aviano, ubriaca, travolse Giovanni, che portava la bici a mano mentre di notte tornava a casa. A Cesena pochi giorni fa un bimbo di 7 anni è caduto dal seggiolino del padre, in bici, ed è stato investito e ucciso da un autobus. Per non parlare del campione, il ciclista Rebellin, travolto da un camion.

Controlli sulle strade

Ieri il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deciso che saranno rafforzati i controlli sulle strade più a rischio durante le festività natalizie e sarà avviata un’opera di sensibilizzazione sui giovani per evitare la guida sotto l’effetto di alcol e droga. Decisioni scaturite anche in seguito al crescente numero di incidenti stradali. Stamani in un incidente stradale è morto un giovane di 22 anni di Campli (Teramo): sulla Strada provinciale 8, a Sant’Omero, era a bordo di una Fiat Panda guidata da un coetaneo, che è uscita di strada, finendo contro un albero.

Fonte Ansa

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