In pieno G7, il presidente della Russia, Vladimir Putin, avanza una proposta di pace all’Ucraina. A condizioni che, però, non solo non soddisfano Kiev ma che sono ritenute tutt’altro che passibili di ascolto. Il leader del Cremlino ha parlato di “una proposta reale”, fatta di un cessate il fuoco e di un negoziato apposito. Non solo: Putin punterebbe a “ripristinare gradualmente” le relazioni non solo con Kiev ma anche con l’Europa. Per l’Ucraina, tuttavia, tali intenzioni sono pari a una farsa.
Putin, la proposta di pace
La Russia è pronta a un cessate il fuoco e all’avvio di negoziati se le truppe ucraine si ritireranno completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson e Kiev si impegnerà a non aderire alla Nato. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin.
“Oggi facciamo una proposta reale di pace, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale” ha detto Putin in merito alla proposta di negoziati a condizione che gli ucraini si ritirino da quattro regioni e rinuncino a entrare nella Nato. “Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa”, ha aggiunto. Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno, ha avvertito Putin, si assumeranno la “responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue”.
Le condizioni di Mosca
Putin – riporta l’agenzia Ria Novosti – ha dichiarato che per mettere fine all’aggressione militare contro l’Ucraina, Mosca chiede che questa abbia “uno status neutrale, non allineato”, e non abbia armi nucleari. Il presidente russo chiede anche quelle che definisce “smilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina. Kiev ha rinunciato alle armi nucleari nel 1994 con il Memorandum di Budapest con cui Russia, Usa e Gran Bretagna si erano impegnate a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina. “Naturalmente, i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina devono essere pienamente garantiti, le nuove realtà territoriali, lo status delle repubbliche di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come soggetti della Federazione Russa devono essere riconosciute”, ha dichiarato ancora Putin secondo Ria Novosti sostenendo che “queste disposizioni basilari e fondamentali dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali fondamentali” e che “naturalmente ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”.
Critiche alla conferenza di pace
Putin ha criticato la conferenza di pace sull’Ucraina in programma da domani in Svizzera definendola “un altro trucco che mira a distogliere l’attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina” e “per dare ancora una volta un’apparenza di legittimità alle attuali autorità ucraine”. Lo riporta l’agenzia Interfax. “Evidentemente l’Occidente non ha abbandonato l’idea di formare una sorta di coalizione internazionale antirussa e di dare l’impressione di esercitare pressioni sulla Russia”, ha dichiarato ancora Putin.
Kiev: “Da Putin una farsa”
“Non ci sono nuove ‘proposte di pace’ dalla Russia”. Lo afferma su X il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak commentando le condizioni proposte dal presidente russo Vladimir Putin per negoziare la fine della guerra. “Naturalmente non vi è alcuna novità, nessuna reale proposta di pace e nessun desiderio di porre fine alla guerra. Ma c’è il desiderio di non pagare per questa guerra e di continuarla in nuove forme. E’ tutta una farsa. Perciò – ancora una volta – liberatevi delle illusioni e smettetela di prendere sul serio le ‘proposte della Russia’ che offendono il buon senso”, ha dichiarato.
Fonte: Ansa