La guerra in Ucraina continua. E, secondo la Nato, potrebbe durare anni. A dirlo (ma forse a ribadirlo) è il segretario generale Jens Stoltenberg, intervistato dal quotidiano tedesco Bild. Nelle sue parole c’è il sunto generale di come il conflitto iniziato con l’invasione russa dell’Ucraina venga letto con gli occhi della Comunità internazionale e degli organismi di tutela geostrategica. Da una parte, il timore che la guerra possa prolungarsi per un tempo superiore a quanto persino chi l’ha iniziata avrebbe pensato. Dall’altra, i costi elevati. E, come ricorda Stoltenberg, “non solo in termini di supporto militare, ma anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari”. Anche se il capo della Nato ha tenuto a ribadire che il sostegno all’Ucraina non debba essere indebolito. E questo per un motivo: “I costi di cibo e carburante non sono nulla rispetto a quelli pagati quotidianamente dagli ucraini in prima linea”.
Ucraina, l’esortazione della Nato
Il punto è che più il conflitto verrà perpetrato negli anni, più sarà difficile riemergere dal pantano. Quello in cui l’Occidente si è ritrovato invischiato dopo aver auspicato che la botta della pandemia potesse averlo compattato perlomeno sul piano collaborativo. Perché in fondo la scudisciata del Covid ha colpito tutti e la risalita della china avrebbe dovuto seguire la strada del percorso comune. Niente di tutto questo. Alla fine il gioco lo fanno gli interessi piuttosto che gli obiettivi comuni. E anche Stoltenberg mette un puntino sulla “i” di riferimento, sostenendo che se Putin dovesse raggiungere i suoi obiettivi, “dovremmo pagare un prezzo ancora maggiore”. Un preludio al nuovo invito, o meglio, alla nuova esortazione ai Paesi dell’alleanza a proseguire con l’invio di armi a Kiev. Anzi, “con armi moderne aggiuntive, la probabilità che l’Ucraina sia in grado di respingere le truppe di Putin dal Donbass aumenterebbe”.
Zelensky: “Non daremo via il sud”
Il tutto mentre la via diplomatica, dopo la visita dei tre leader europei Draghi, Scholz e Macron, sembra tornare ad arrancare. Nella giornata di ieri, il capo-negoziatore ucraino ha fatto sapere che i colloqui con i russi potrebbero riprendere ad agosto. Mentre il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zlenesky, dopo la visita a sorpresa nel sud del Paese, fra Mykolaiv e Odessa, ha fatto sapere che il “sud non verrà dato via a nessuno”. Il leader ucraino ha spiegato che “restituiremo tutto ciò che è nostro e il mare sarà ucraino e sicuro”. Nei territori centrali della contesa, però, la situazione resta difficile. Il governatore del Lugansk, Sergiy Gaiday, ha fatto sapere che “nella città di Lysychansk e nella regione nel suo insieme” i russi proseguono i bombardamenti 24 ore al giorno. Ci sarebbe quindi da “prepararsi al peggio”. La battaglia infuria anche a Severodonetsk, soprattutto nella zona della fabbrica di Azot. Secondo Gaiday, “il fatto che l’Occidente ci stia aiutando è positivo, ma è tardi”.