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Ucraina, 14 vittime nei raid missilistici russi

Nell'attacco, su Kiev, Leopoli, Ivano-Frakivsk, Dnipro e Odessa, sono stati lanciati 83 missili e 17 droni kamikaze

E’ salito a 14 morti e 97 feriti il bilancio del massiccio attacco missilistico sferrato oggi dalla Russia sul territorio dell’Ucraina, rende noto il ministro degli Interni ucraino Denys Monastyrskyi, scrive Ukrinform. “In realtà, si tratta del secondo attacco missilistico massiccio dopo il 24 febbraio e, probabilmente, del più grande bombardamento della storia in termini di infrastrutture energetiche importanti. Ora può essere chiamato terrorismo energetico, una continuazione del terrorismo nucleare e mi riferisco alla centrale di Zaporizhzhia, continuamente bombardata dai russi”, ha detto.

I raid

Una raffica di 83 missili e 17 droni kamikaze lanciati su due terzi delle regioni del Paese, Kiev, Leopoli, Ivano-Frakivsk, Dnipro e Odessa, infrastrutture strategiche distrutte, blackout di massa, incendi ed esplosioni . “Stanno cercando di distruggerci e spazzarci via dalla faccia della terra”, ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, mentre Putin rivendicava “massicci attacchi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina” e la Difesa di Mosca annunciava che “gli obiettivi dei raid di precisione sono stati raggiunti”. Attacchi compiuti anche con droni kamikaze iraniani, lanciati in parte dalla Bielorussia, ha affermato l’esercito ucraino. I raid russi, che hanno colpito infrastrutture critiche in 12 diverse regioni oltre alla città di Kiev, hanno parzialmente interrotto la fornitura di elettricità in 15 oblasti, tra cui Leopoli, Kiev e Zaporizhzhia, dove ha sede la centrale nucleare più grande d’Europa, già a forte rischio di incidenti. Pesante è stato il contraccolpo alle reti energetiche dell’Ucraina, che fino a tarda sera ha dovuto fare i conti con un vero e proprio “stress test”, con la popolazione invitata a ridurre al minimo i consumi, lasciando spente stufe elettriche, caldaie, bollitori e altri elettrodomestici per non appesantire la domanda e mettere a rischio la tenuta del sistema. Tutto questo mentre il ministero dell’Energia ha annunciato lo stop alle forniture di elettricità assicurate da luglio ai Paesi dell’Unione europea a causa dei danni inflitti dai missili a diverse fra centrali e sottostazioni elettriche del Paese.

La condanna dell’Occidente

Un’escalation che l’Occidente ha condannato compatto, ribadendo l’impegno a restare al fianco di Kiev finché servirà. “Questi attacchi hanno ucciso e ferito civili e distrutto obiettivi senza scopo militare e mostrano ancora una volta l’assoluta brutalità della guerra illegale di Putin”, ha accusato il presidente americano Joe Biden. Per il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, l’Alleanza “continuerà a sostenere il coraggioso popolo ucraino nella lotta contro l’aggressione del Cremlino per tutto il tempo necessario”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha visto nei raid un “cambiamento profondo della natura di questa guerra, mentre l’Italia si è detta “inorridita dai vili attacchi missilistici”. Dal canto suo, Zelensky è tornato a chiedere forniture urgenti di armi pesanti, annunciando la sua partecipazione a una riunione urgente del G7. Questi bombardamenti sono solo un “primo episodio” di rappresaglia, ha rincarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, chiedendo il “totale smantellamento” del potere politico ucraino. E intanto, in un crescendo continuo di tensione, dopo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, Gazprom ha annunciato di avervi trovato nel 2015 congegni esplosivi riconducibili alla Nato.

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