Non solo Woodward nel suo libro “Rage” (rabbia) sul Presidente degli Stati Uniti d’America ha rivelato che Trump ha volontariamente sottovalutato la pandemia a febbraio. Quando invece era perfettamente cosciente della gravità dell’infezione. Ci sono altre rivelazioni shoccanti nel libro di Woodward oltre a quelle sul coronavirus. Un’altra è l’aver ripetutamente denigrato l’apparato militare americano. Il Presidente si è difeso su questi temi scottanti, ma rimane lo sconcerto dell’opinione pubblica mondiale e dei suoi oppositori politici, a partire da Biden, per finire con Cuomo. E le sorprendenti 18 interviste di Woodward vanno dalla politica interna a quella estera, con esternazioni che intimoriscono i buoni ascoltatori.
Niente panico alla Casa Bianca
Woodward è molto accreditato dalla stampa americana e internazionale perché il Presidente gli ha concesso 18 interviste per il suo libro che andrà a ruba quando la prossima settimana uscirà nelle librerie. Trump gli ha dato accesso agli uffici più privati della Casa Bianca, rendendolo partecipe del lavoro della presidenza e della sua amministrazione. Un privilegio, insomma, che in quella “Casa” hanno avuto davvero in pochi. Quindi quando Woodward ha scritto che il Presidente il 19 Marzo scorso ha voluto minimizzare sulla pandemia, gli hanno creduto tutti. Trump ha dovuto difendersi dichiarando che “anche oggi preferisce minimizzare, per non creare panico inutile”. Sempre in Marzo, Donald Trump dichiarava in pubblico che i bambini erano praticamente immuni al virus; mentre in privato diceva che “questo virus attacca tutti, non solo gli anziani, ma anche tantissimi giovani”. Ed era preoccupato.
Una presidenza pericolosa
Alti ufficiali vicini alla Casa Bianca pensavano allora che le esternazioni del Presidente erano pericolose. Il Generale Jim Mattis, l’ex segretario alla Difesa, lo ha definito pericoloso e non adatto alla presidenza, in una conversazione con Dan Coats, allora direttore dell’Intelligence. Lo stesso Coats pensava che la linea morbida di Trump nei confronti della Russia fosse dovuta a possibili ricatti di Mosca, a dossier segreti di cui nessuno era a conoscenza. Nel Maggio 2019 avrebbero entrambi voluto, e magari dovuto, dire di più pubblicamente. Anche Woodward si è chiesto se non sarebbe stato meglio rendere pubbliche le sue interviste prima di presentare il libro.
I militari e la Corea del Sud
Trump ha ripetutamente denigrato l’operato delle truppe americane, in particolare parlandone con Peter Navarro in un meeting del 2017. E in una discussione con Woodward stesso il Presidente ha detto che i militari degli Stati Uniti sono dei “deboli”, dei fessi insomma per aver protetto a loro spese la Corea del Sud. Ed ha aggiunto: “Noi vi difendiamo, noi vi permettiamo di esistere”.
“Blacklivesmatter”
Quando Woodward gli ha chiesto di esprimere un’opinione sulle sofferenze degli afro-americani, di quello che è diventato il movimento “Blacklivesmatter”, il Presidente non ha saputo dire una parola di vicinanza o di comprensione. Semplicemente Trump non si è espresso. Woodward gli ha fatto notare che entrambi appartengono alla classe bianca privilegiata, gli ha chiesto di esprimersi su uno degli argomenti più scottanti d’America; in sostanza Woodward si aspettava una qualche forma di empatia verso quelle “Black People” che comunque lo hanno votato. Ma il Presidente gli ha risposto: “No io non provo nulla”. Gli ha solo ripetuto che il vero problema non è il conflitto di razza ma la situazione economica precipitata con il Coronavirus.
Il fascino della Corea del Nord
Per ultimo, Woodward si è addentrato nei rapporti del Presidente con i leader della Corea del Nord e della Russia. Trump gli ha fatto leggere la corrispondenza tra lui e Kim Jong-un, nella quale i due si adulavano a vicenda. Tanto che in una missiva il leader Coreano gli scriveva che la loro relazione era come in un “libro fantasy”. Non stupisce che Trump abbia anche dichiarato di voler rimanere altri dodici anni alla Casa Bianca e di voler cambiare la Costituzione americana, come un vero dittatore. Se vincerà cercherà un modo per rimanere a comandare gli Stati Uniti d’America a lungo. Nemmeno stupisce che abbia dichiarato di avere in cantiere la realizzazione di una nuova arma nucleare, la più letale di tutte.