Donald Trump si è affidato a un video da due minuti e trentotto secondo per illustrare agli americani i provvedimenti che intende adottare nei primi 100 giorni di governo. Misure in linea con i temi della campagna elettorale ma tra le quali non figura il muro che il tycoon aveva promesso di costruire sul confine col Messico per limitare l’immigrazione da sud. Manca anche l’altrettanto controversa abolizione dell’Obamacare, il programma sanitario introdotto dal presidente uscente.
Obiettivo lavoro
Nel primo periodo alla Casa Bianca Trump si concentrerà sul lavoro, considerato una vera emergenza negli Stati Uniti. Annunciata la revisione della politica dei visti, per individuare e reprimere gli “abusi che mettono a rischio i lavoratori americani”. Significativamente Trump ha denunciato il Tpp, l’accordo transpacifico del quale con lui gli Stati Uniti non faranno più parte. “E’ un disastro per i nostri interessi nazionali” ha spiegato. Si tratta dell’eredità più importante di Obama sul piano della politica commerciale. Stop anche alle norme “verdi” introdotte negli ultimi 8 anni per tornare all’estrazione di carbone e gas naturale.
Replica ai media
Trump è poi tornato sulla questione del conflitto di interessi, con la stampa che lo accusa di utilizzare la sua nuova posizione per fare affari e gestire da una posizione dominante il suo impero personale. Come nel caso dei campi da golf in Scozia di proprietà del presidente eletto che sarebbero minacciati da un progetto per l’energia eolica e che, come scrive il New York Times, il nuovo presidente avrebbe chiesto di bloccare, anche grazie ai buoni uffici del suo alleato a Londra, l’euroscettico Nigel Farage. Il quale non a caso è stato il primo europeo a varcare la soglia della Trump Tower lo scorso 12 novembre. Richiesta di intervento che – si badi bene – il tycoon non smentisce, limitandosi a dire che prima del voto tutti sapevano degli interessi personali del magnate in tutto il mondo. “Solo la stampa corrotta ne fa uno scandalo” ha scritto su Twitter.
Farage ambasciatore
L’amicizia personale con il leader dell’Ukip Nigel Farage ha poi spinto il presidente eletto a una mossa inconsueta: chiedere al governo britannico di Theresa May di nominare lo stesso leader eurocritico ambasciatore del Regno Unito a Washington.
Popolarità in crescita
Intanto la popolarità del presidente eletto è in crescita. Secondo un sondaggio di Politico/Morning Consult, il 46% degli elettori ne ha ora un’opinione molto o in qualche modo favorevole, mentre il 12% sfavorevole e il 34% molto sfavorevole. Ciò significa che l’appoggio al magnate è aumentato di 9 punti percentuali, dal 37% al 46%, rispetto al medesimo sondaggio condotto prima del voto. Sale anche l’approvazione al presidente Obama: il 54% degli elettori esprime opinione favorevole alle sue azioni, mentre il 43% le disapprova. Prima delle elezioni, i dati erano rispettivamente il 50% e il 48%. Il sondaggio è stato condotto intervistando 1.885 elettori registrati tra 16 e 18 novembre, ha un margine d’errore del 2%.