Un tweet per ammettere di essere indagato. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è sempre più nella bufera giudiziaria legata al Russiagate. A due giorni dalle rivelazioni del Washington Post, il presidente ha fornito la sua versione dei fatti ribadendo tuttavia che contro di lui si è scatenata una “caccia alle streghe”.
Il tweet
“Sono indagato per aver licenziato il direttore dell’Fbi dall’uomo che mi disse di licenziare il direttore dell’Fbi. Caccia alle streghe” ha scritto Trump facendo riferimento al licenziamento di James Comey ma senza chiarire chi sia l’uomo che gli disse di licenziarlo. Secondo alcuni il riferimento è al procuratore speciale Mueller, predecessore di Comey alla guida dell’Fbi; per altri, forse più vicini al bersaglio, Trump ce l’ha con Rod Rosenstein, viceministro della Giustizia, che ha nominato Mueller e si occupa direttamente di supervisionare il caso Russiagate dopo che il ministro Sessions si è chiamato fuori essendo coinvolto direttamente nella vicenda. Rosenstein, infatti, in una lettera aveva caldeggiato la rimozione di Comey dal vertice del Bureau. In una serie di tweet precedenti, Trump aveva rivendicato che “malgrado la fraudolenta caccia alle streghe l’economia e il numero di posti di lavori vanno alla grande” e aveva aggiunto che “dopo 7 mesi di indagini e audizioni in commissione riguardo alla ‘mia collusione con i russi’, nessuno è stato capace di dimostrare e provare nulla”.
L’inchiesta si allarga
Secondo i media Usa intanto, l’inchiesta sul Russiagate si allarga. E per il Washington Post punta agli uomini più vicini all'”inner circle” di Trump. Secondo quanto riporta il Post, il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller, sta indagando su Jared Kushner, marito di Ivanka e genero del presidente. I media statunitensi nelle scorse settimane avevano già parlato del coinvolgimento di Kushner come “persona di interesse” nel Russiagate, al punto che durante il G7 di Taormina il genero del presidente e la moglie Ivanka erano precipitosamente rientrati in patria creando non poco imbarazzo a Trump. Ora gli investigatori si starebbero concentrando sulle operazioni finanziarie riconducibili a Kushner.
Il vicepresidente nomina un avvocato
E anche il vicepresidente americano Mike Pence ha ingaggiato un suo legale personale, esterno alla Casa Bianca, che lo rappresenterà nell’ambito delle indagini condotte dal procuratore speciale Robert Mueller e dalle commissioni parlamentari di inchiesta. Lo ha reso noto l’ufficio del vicepresidente spiegando che la decisione è motivata dalla volontà di collaborare pienamente alle indagini. L’avvocato è Richard Cullen, ex procuratore in Virginia e componente del team legale dell’ex presidente George W. Bush durante la vicenda del riconteggio dei voti in Florida nelle presidenziali del 2000.
Parziale dietrofront sui migranti
Intanto sul piano politico, il presidente, con una mossa decisamente a sorpresa, ha fatto una parziale retromarcia sul fronte dei migranti. Il Dipartimento di Giustizia, infatti, ha annunciato che non sarà abolito il programma varato da Obama nel 2012. Il piano prevede che non siano rimpatriati gli immigrati giunti negli Stati Uniti da bambini senza documenti, i cosiddetti “dreamer“, e che venga fornito loro un permesso di lavoro. Un provvedimento che forse punta a recuperare un po’ di consenso nell’opinione pubblica americana, sempre più scossa dalle vicende giudiziarie dell’inquilino della Casa Bianca.