Trump, 4 luglio di fuoco all’ombra del Monte Rushmore

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Spettacolo pirotecnico, contesto da leggenda e perlomeno 7-8 mila persone attese. Ma non è poi così zucchero e miele l’evento del 4 luglio che, ai piedi delle Black Hills e del Monte Rushmore, vede protagonista nientemeno che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La sua presenza in South Dakota, in territorio Sioux in particolare, non è ben vista dai nativi, né dagli attivisti che difendono loro e l’area storica dove si trova il celebre monumento scolpito nella roccia. Ma la questione è tutt’altro che simbolica: Trump ha deciso, in modo piuttosto controverso, di allestire il palco per il discorso del 4 luglio giusto ai piedi dei quattro volti dei presidenti americani raffigurati sul Monte ignorando le rimostranze Sioux e facendo discutere per non aver posto né l’obbligatorietà delle mascherine (pur disponibili) né del distanziamento.

Monte Rushmore: una scelta controversa

Questioni che, già alla vigilia, avevano dato qualche grattacapo allo staff della Casa Bianca. Trump, sondaggi alla mano, si gioca molto praticamente a ogni passo che fa in un’ottica elettorale, e il banco di prova del 4 luglio potrebbe dire già molto sull’andazzo degli umori dei cittadini americani. Il presidente ha scelto il Monte Rushmore probabilmente per ribadire il suo dissenso contro la furia iconoclasta che nelle scorse settimane si è abbattuta contro alcuni monumenti. Ma l’accusa ai dimostranti di “voler distruggere la nostra storia” e “dividere il Paese” si scontra con i dubbi di chi, proprio alla luce di quanto accaduto, avrebbe consigliato al presidente un altro luogo per il discorso del 4 luglio.

L’ombra di Cavallo Pazzo

Filtra qualcosa del discorso di Trump e tutto conferma il trend: “La folla di sinistra e coloro che praticano la cultura dell’annullamento si stanno impegnando in un comportamento totalitario completamente estraneo alla vita americana. E non dobbiamo accettarlo”. Certo è che lo scenario, al di là delle preoccupazioni per il possibile mancato rispetto delle norme anti-Covid, una certa dose di simbologia la porta con sé. Il monumento del Monte Rushmore, coi volti di Washington, Jefferson, Lincoln e Teddy Roosevelt non ha mai fatto saltare di gioia la tribù Sioux. Tanto che, su un’altra propaggine delle Black Hills, Korczak Ziolkowski ebbe l’idea, ormai nel 1948, di scolpire la roccia dandole il volto di Cavallo Pazzo. Un modo per rimettere in pari la memoria della storia americana, scritta anche dai nativi. Un progetto tuttora incompiuto ma che in qualche modo incombe sulla scelta di Trump di parlare di simboli ai piedi del Rushmore.

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